Brigitte Macron accende il dibattito in Francia sul politicamente corretto. La first lady transalpina ha attirato elogi e critiche per essersi espressa contro l’utilizzo di pronomi neutri. L’ex insegnante di letteratura si è soffermata sul tentativo di archiviare la “lingua binaria” fatta di maschile e femminile, fatta di “il” e “elle”. La soluzione, già presente su alcuni documenti, è “iel”, così da non offendere nessuno.



“Iel” è già utilizzato da alcune amministrazioni francesi locali, tra cui il consiglio parigino, e istituzioni accademiche d’elite, a partire dalla Sorbona. Intervenuta ai microfoni del magazine L’Obs, Brigitte Macron ha spiegato: “Imparare il francese è già difficile. Non aggiungiamo complessità a complessità. È una posizione culturale”. Questa è una delle rare dichiarazioni politiche della first lady francesi, ma di certo non si può dire che non abbia lasciato il segno. Sui social network si è acceso un dibattito rovente tra chi condivide le preoccupazioni di lady Macron e chi, invece, invoca una svolta in nome dell’inclusività e del politicamente corretto, come dir si voglia.



Brigitte Macron contro il pronome neutro

Brigitte Macron non ha utilizzato mezzi termini per stroncare la “scrittura inclusiva”, affermando di parlare per la “maggioranza silenziosa” del Paese. E non è la prima volta che la first lady transalpina si sofferma sulla questione. In precedenza, aveva criticato il prestigioso vocabolario Robert, che nella sua versione online ha aggiunto il controverso pronome neutro. Pronome presente sull’edizione cartacea a partire dal 2023. “La lingua francese è bellissima e due pronomi vanno bene”, in riferimento al maschile e al femminile. Brigitte Macron non è l’unico volto di spicco a scagliarsi contro l’utilizzo di “iel”. L’ex ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer s’era detto indignato per questa volta dominata dal politicamente corretto. L’Accademia di Francia definì la scelta del vocabolario Robert una “trovata pubblicitaria”. Ora la bufera su lady Macron andrà avanti per diverso tempo, considerando l’epoca social. Una fonte del ministero dell’Istruzione, oggi guidato da Pap Ndiaye, ha già attaccato senza mezzi termini l’uscita della 69enne: “Non è il suo ruolo, è come se andasse a dar consigli a un ingegnere nucleare”, la posizione di una fonte anonima.

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