Durante il Festival di Sanremo più “gender fluid” che si ricordi, nella serata delle cover, Noemi ha cantato un brano di Carole King reso celebre dall’immensa Aretha Franklin, (You make me feel like) a natural woman, tu mi fai sentire come una donna naturale. Un titolo che dice tutto sul sentirsi donna, libera e naturale, senza manipolazioni, grazie all’amore di un uomo, e che infatti fu simbolo del nascente femminismo. Oggi tutti questi termini (donna, femminismo, etc) hanno preso altro significato, o meglio l’hanno perso. Quel brano, in mezzo a cantanti che si proponevano come look e come interpretazione in modo volutamente ambiguo dal punto di vista della sessualità, era palesemente fuori posto.



In Inghilterra, dove su queste tematiche sono decisamente più avanti (il che non significa sia una cosa buona), gli importanti premi Brit Awards 2022, l’equivalente degli Oscar britannici alla musica, da quest’anno hanno abolito le differenze di sesso. Non ci son più come era d’abitudine, il premio al miglior cantante uomo e alla miglior cantante donna, per capirci. Solo premi “neutrali” rispetto al genere sessuale per riconoscere gli artisti “esclusivamente per la loro musica e il loro lavoro, piuttosto che per come scelgono di identificarsi o come altri potrebbero vederli”. La cantante Adele, nota per il grande successo anni fa di Someone like you ma anche altri, in passato aveva vinto due volte proprio nella categoria miglior artista donna. Quest’anno ha dovuto accontentarsi semplicemente di “miglior artista dell’anno” (oltre ad altri due premi, come Canzone dell’anno e Disco dell’anno. A lei però la cosa non è piaciuta molto, come si deduce da quel che ha detto durante la premiazioni. Incoraggiando i giovani artisti a continuare a esibirsi, Adele ha detto alla folla: “Non perdere mai di vista il motivo per cui sei quello che sei. Il motivo per cui le persone sono dentro di te è per qualcosa che hai in te: non lasciarlo mai andare”. Ha poi proseguito: “Inoltre, direi, capisco perché il nome di questo premio è cambiato, ma amo davvero essere una donna ed essere un’artista donna. Lo voglio. Sono davvero orgoglioso di noi, davvero, davvero.” Applausi (nostri) per aver il coraggio di dire chi si è veramente e per l’orgoglio per essere donna e non un essere “neutrale”. Non vogliamo prendere posizione su un argomento così complesso, ma certo è che dichiararsi neutrale significa aver perso la propria identità, il proprio Io, una grande confusione identitaria insomma. In un’epoca storica dove gender fluid significa distinguere tra sesso biologico, che è determinato dai cromosomi dell’individuo, e l’immagine socio-psicologica che la persona ha di se stesso, viva Adele che sa chi è, senza vergognarsi.

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