Britney Spears svela la verità choc in “The woman in me”
Sale l’attesa generale per il memoir di Britney Spears, ‘The woman in me“, tra le cui pagine lei non risparmia il peso del bodyshaming subito dal padre-padrone, Jamie Spears. Alla reginetta del pop, non a caso, é dedicata la cover nel nuovo numero di People magazine di risonanza global, che in un’intervista della stessa Britney Spears promuove il libro #1 tra i libri bestseller per i preordini su Amazon, della cantautrice e in uscita il 24 ottobre 2023: The woman in me.
Si tratta dell’opera che vuole essere una raccolta di memorie di Britney Spears e promette tutta la verità della donna e artista, che a partire dal 1998 rivoluziona l’educazione fisica del pop, con la sua musica e l’icona che lei rappresenta.
Il mito di Britney Spears, ripercorso tra gli up & down nelle pagine di The woman in me, é, in particolare, segnato dagli almeno 13 anni di prigionia che l’artista denuncia di aver vissuto sotto le ferree regole della conservatorship. L’istituto giuridico che dal 2008 fino al 2021 ha vincolato Britney, (dopo alcuni ricoveri ospedalieri e un 2007 del meltdown psicofisico culminato in una rasatura dei capelli a zero), al volere e il controllo dei tutori legali, tra cui il padre Jamie Spears. Originariamente nella tutela, l’uomo copriva il ruolo del controllo sulle visite e la documentazione medica quindi la persona e la salute dell’artista e figlia per poi divenire gestore del patrimonio e le finanze, con l’istituto che finiva per diventare una gestione dell’intera attività musicale dell’assistita. Questo fino alla sentenza in tribunale emessa alla Superior Court di Los Angeles che ha revocato il ruolo di Jamie Spears dopo che lui stesso e i legali avevano chiesto la cessazione della tutela, sulla scia del pressing mediatico con folle di fan richiedenti a gran voce suo social la liberazione dell’idolo pop dalla “tutela abusiva della libertà e il patrimonio”: il Free Britney movement.
Britney Spears e la denuncia sulla tutela abusiva del padre padrone
E come si anticipa nello spoiler delle pagine dell’opera Britney Spears si scaglia contro il papà: «Per 13 anni sono stata l’ombra di me stessa».Oltre alle questioni legate al denaro, Jamie Spears avrebbe utilizzato più volte un linguaggio violento con la figlia, criticandone soprattutto l’aspetto fisico: «Sentirsi inadeguata ha distrutto la mia anima.Le critiche della stampa mi ferivano, quelle di mio padre ancora di più. Mi diceva ripetutamente che ero grassa e che dovevo fare qualcosa al riguardo».
Il bodyshaming del padre padrone ha ferito nel profondo la cantante, intaccandone l’autostima. The woman in me, inoltre, svela: « Se penso a ciò che ha fatto mio padre e al controllo che ha esercitato sul mio corpo e sui miei soldi, sto male. Non meritavo questo trattamento da parte della mia famiglia». Con il beneplacito della famiglia rispetto alla tutela, Britney Spears si é sentita abusata, sfruttata e privata della sua libertà personale, negli anni “cship” dal 2008 al 2021, e i rapporti familiari si sono deteriorati fino a cessare, con Jamie che avrebbe controllato tutti gli aspetti della vita di sua figlia: gli incontri, le uscite e le medicine assunte dalla cantante per affrontare la depressione.
Britney Spears dal suo canto rincara la dose, sul diritto alla maternità negatole dopo aver avuto i figli Jayden James e Sean Preston dal secondo ex marito Kevin Federline: «Lui e la mia famiglia mi hanno perfino costretta a utilizzare pillole anticoncezionali». Fonti insider, vicine al padre padrone Jamie Spear, non nascondono intanto le preoccupazioni dell’uomo, legate alle verità riportate per iscritto nel libro.
La cronistoria della conservatorship di Britney Spears
Merito di avere una vita», dichiarava Britney in una udienza in tribunale per la sua liberazione dalla conservatorship-. «Sono stanca di sentirmi sola. Merito gli stessi diritti degli altri, un figlio, una famiglia e tutto il resto».Poche settimane dopo, il 14 luglio 2021, la giudice Penny le concedeva di assumere il suo legale, Matthew Rosengart. Due settimane dopo, l’avvocato richiedeva di sospendere Jamie ed eliminare la tutela, accusando il patriarca di gestire impropriamente il ruolo della conservatorship per un tornaconto economico.
Nei documenti depositati il 26 luglio, Rosengart accusava Jamie Spears di essersi assegnato uno “stipendio” di 16mila dollari, mentre la figlia poteva utilizzarne solo 14mila, e in aggiunta di aver incassato due milioni di dollari dal residency show Britney :Piece of me di Britney Spears live a Las Vegas e ancor prima il 2,95% dei guadagni del Femme Fatale Tour precedente, nell’attività della popstar: «È comune che manager, agenti e altri professionisti dell’industria prendano una percentuale sugli incassi di un artista, ma Mr. Spears non è niente di tutto questo».
Il 29 settembre 2021 la giudice Brenda Penny sospendeva Jamie Spears dal suo ruolo, dopo che gli avvocati del patriarca avessero chiesto di eliminare la tutela. Rosengart, però, sosteneva che non fosse ancora il momento per la completa rimozione perché voleva avere tempo per dimostrare la «corruzione» nel ruolo del conservator Jamie Spears. Il legale convinceva il tribunale a sostituire Spears senior con John Zabel, obbligando così il patriarca a consegnare la documentazione relativa alla tutela. Questo con l’obiettivo, di verificare la testimonianza di «un informatore» secondo cui Jamie controllava morbosamente la figlia, anche ascoltando le sue conversazioni con un avvocato.
L’insider era Alex Vlasov, un uomo della sicurezza di Britney che ha partecipato anche al documentario Controlling Britney Spears: «Mi portavano i suoi sms, chiedevano di decifrarli e consegnarli a Robin e Jamie», ha detto nel film l’insider- «Controllavano le sue conversazioni con gli amici, la madre e l’avvocato Sam Ingham».
Nel novembre 2021, dalla Superior Court di Los Angeles il giudice Brenda Penny chiudeva il caso con la sentenza di cessazione piena della conservatorship: “La corte stabilisce che la tutela della persona e del suo patrimonio non sono più necessarie. La conservatorship è quindi terminata”.