Britney Spears, trapela un nuovo audio choc sugli anni della tutela legale

Un nuovo audio choc registrato dalla voce di Britney Spears é giunto in rete, seminando preoccupazione e dolore tra i fan della popstar americana, dopo il ritorno glorioso alle scene che lei ha messo a segno con un duetto iconico. Elton John le ha proposto una collaborazione sulle note di Hold me closer e lei ha accettato di unire le forze fondendosi in un miscuglio musicale dance-elettro pop che ha visto debuttare la “rosa e il razzo” -i simboli che li rappresentano nel loro featuring artistico- alla #1 nella Worldwide iTunes Song Chart, ovvero la classifica iTunes mondiale al rilascio del nuovo singolo, del 26 agosto. E intanto, il video musicale di Hold me closer potrebbe farsi attendere ancora, dal momento che Britney Spears si palesa  turbata dai 13 anni bui vissuti sotto la conservatorship, l’istituto giuridico per cui dal 2008 al 2021 lei era ritenuta incapace di agire in nome e conto di se stessa e che la vedeva vincolata ai tutori, tra cui il padre Jamie Spears, dopo un breakdown di dominio pubblico avuto nel 2007, quando sotto gli sguardi indiscreti del mondo intero finiva per radersi la testa a zero, annichilita dal peso di un matrimonio con Kevin Federline rivelatosi fallimentare.



La conservatorship che avrebbe dovuto tutelarla si é rivelato un grande incubo, tanto che nonostante se ne sia liberata lo scorso novembre 2021 con una sentenza del giudice Brenda Penny, la “Santa del pop” condivide ormai all’ordine del giorno via social i malesseri e i turbamenti dovuti alla prigionia vissuta negli anni della tutela, quando veniva privata di ogni libertà. E nel nuovo audio choc la popstar torna a tuonare contro i tutori, in primis il padre Jamie Spears, che le avrebbero fatto credere di avere un tumore, una sensazione scioccante rievocata da un vecchio ricordo di una risonanza magnetica fatta da piccola: “Quando ero più giovane, verso gli otto anni, avevo una massa sul petto e mi fecero una risonanza. La dottoressa pensava fosse una massa cancerogena ma non lo era, ero completamente sana. Quindi appena sento parlare di risonanze ora mi preoccupo perché penso sia qualcosa di serio e grave, che qualcosa non vada in me”.



Il messaggio di sfogo sulla famiglia

E se da piccola la sua sessione di risonanza durò 30 minuti circa, negli anni della tutela le risonanze a cui era sottoposta per il volere dei tutori duravano di più, tanto da farle temere l’insorgenza di un tumore avanzato: “Ne feci tre e rimasi nel macchinario per un’ora ad ognuna delle tre, che è parecchio tempo. Ancora nulla aveva senso, l’isolamento, le infermiere, il comunicare costante. Pensavo ‘Aspetta, questo è tipo un nuovo trattamento per il cancro? Per questo mi hanno mandata in quel posto, non volevano che lo scoprissi? Era questo il grande segreto?’. Ero molto confusa”.



Britney non riesce a perdonare i turbamenti avuti e che continua ad avere rispetto a quanto subito per effetto delle volontà dei tutori che si sostituivano alla sua. Da qui, quindi, l’amara conclusione dello sfogo: “Mio padre, e tutto il resto della famiglia, mi trattavano male e basta. Mio padre stava cercando di uccidermi. Spero che bruci all’inferno”.