Il professor Francesco Boccolo, docente di virologia dell’università Bicocca di Milano, e voce autorevole da due anni e mezzo a questa parte circa la pandemia di covid, ha rilasciato un’intervista quest’oggi ai microfoni de La Verità, soffermandosi in particolare sui molteplici problemi di comunicazione emersi appunto in questi 30 mesi di pandemia: “Questi errori – racconta Broccolo – nascono per due motivi – il primo motivo è che questa pandemia è stata una sperimentazione ad interim, ovvero si scoprivano le cose strada facendo”.



Quindi Broccolo porta come esempio l’efficacia dei vaccini: “All’inizio non si distingueva mai l’efficacia sulla malattia e l’efficacia sull’infezione. Questo è stato un errore – prosegue il medico – perchè non si sapeva la reale efficacia dei vaccini e quindi si metteva tutto nel calderone”. L’altro motivo, invece, è che: “Si è voluto rincuorare la popolazione che con il vaccino tutto si sarebbe messo a posto subito e in poco tempo. C’è stata una collusione fra la scienza e la politica nel voler rassicurare i cittadini che le cose stavano andando per il verso giusto”. Secondo Broccolo molti tecnici sono stati “Poco oggettivi. Addirittura chi guardava le cose in modo oggettivo veniva imbavagliato”.



FRANCESCO BROCCOLO: “CONTAVA SOLO IL CTS”

E ancora: “Molti esperti cercavano di essere fuori dal coro analizzando le cose in modo eccessivo per mettere magari il faccione in tv e stare sulla cresta dell’onda”. Broccolo tira in ballo anche il Cts, il Comitato tecnico scientifico: “Gli esperti che venivano realmente consultati dalla politica erano quelli del Cts e non quelli che andavano in tv. E quel Cts era composto, fra gli altri, da ginecologi e da altri medici vari, ma di virologi nemmeno l’ombra. In quel primo Cts non c’era un virologo! Manco uno! E manco un infettivologo! E si parlava di una pandemia non di malattie sessualmente trasmissibili”.



Il giornalista domanda poi se la politica non abbia cercato di governare la pandemia con la strategia della paura, e Broccolo ha replicato: “Penso di sì. La paura all’inizio c’era ed era giustificata. Ma poi si è proseguito così anche quando le conoscenze sul virus erano maggiori. Da gennaio è stato deciso di andare avanti con un martellamento e un clima che ha fatto solo del male”.