Il professor Broccolo ha denunciato la lentezza della burocrazia in merito all’utilizzo della famose pillole antivirali di Pfizer e Merck. «Gli antivirali funzionano molto bene anche con le varianti – ha raccontato oggi il noto professore dell’università Bicocca di Milano e direttore scientifico del gruppo Cerbahealthcare Italia intervistato dai microfoni del quotidiano Libero – e questa è sicuramente una buona (anzi, un’ottima) notizia. Però un problema c’è ed è nella loro gestione». Quindi precisa: «Funziona: va dato entro 72 ore e costa 700 dollari a ciclo. Ma a causa della burocrazia va perso». Il punto «è la sburocratizzazione che va affrontata seriamente». Broccolo ha poi cercato di spiegare meglio il problema: «Nella filiera che dovrebbe somministrarli. Mi spiego. Oggi un semplice medico di base non può prescriverli a un suo paziente, neanche se questo si presenta all’ambulatorio con la febbre alta e un tampone positivo in mano».
«Come si ottengono? Con una trafila abbastanza complessa. Il medico di famiglia ti deve mandare in un reparto di Malattie infettive che, a sua volta, deve verificare la tua idoneità al trattamento e solo questo punto si ottiene il medicinale». Intanto però il tempo passa, e le persone che si potrebbero curare in maniera comoda e soprattutto efficace, aumentano: «Appunto. Già è complicato – prosegue Broccolo – per chi vive nelle grandi città, a Milano o a Roma dove può recarsi rispettivamente al Sacco o allo Spallanzani. Ma se lo immagina chi abita in un qualsiasi altro posto? Mica basta un ospedale qualunque, ne serve proprio uno con il reparto giusto».
BROCCOLO E LA DENUNCIA SUGLI ANTIVIRALI: “VANNO SOMMINISTRATI NELLE PRIME 72 ORE MA…”
Subentra poi un altro problema se si attende troppo: «C’è il guaio. Perché gli antivirali si possono somministrare entro le prime 72 ore. Vuol dire nei primi tre giorni. Per questo dico che sarebbe il caso di snellire la burocrazia che c’è a monte se vogliamo renderli davvero operativi».
Chiusura dedicata all’evoluzione negativa dei contagi nelle ultime due settimane: «Dobbiamo preoccuparci? Dobbiamo preoccuparci se non ci preoccupiamo. Per adesso va piuttosto bene. I dati delle ospedalizzazioni sono sotto la soglia di allerta. E poi è in arrivo la bella stagione. Il green pass? Era un mezzo di scopo e raggiunto lo scopo, ora che abbiamo una percentuale di vaccinati introno al 90%, non ha più molto senso. Anche perché i vaccini che abbiamo adesso sono obsoleti. Tra poche settimane l’Ema approverà il monoclonale di Moderna. Verrà iniettato intramuscolo e avrà una valenza di sei mesi. Sarà una sorta di vaccino per chi non si può vaccinare».