I casi di bronchiolite grave in età pediatrica sono aumentati in maniera preoccupante. Soprattutto a partire dal 2021 infatti i dati registrati hanno dimostrato addirittura un raddoppiamento delle infezioni. E secondo uno studio condotto da un team di virologi della Sapienza di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità pubblicato dalla rivista internazionale Journal of Infection, sembrerebbe che l’impennata sia dovuta allo sviluppo di nuove varianti genetiche di VRS, il virus responsabile appunto dell’infezione respiratoria sinciziale.



La bronchiolite è una malattia spesso associata all’infezione da VRS che può causare insufficienza respiratoria soprattutto nei bambini con età inferiore a un anno. Viste le complicazioni in cui può degenerare è importante riuscire a comprendere perché alcuni dei suoi sviluppi stanno formando evoluzioni molto gravi della malattia, e tali da richiedere l’ospedalizzazione e il ricovero in terapia intensiva. La caratterizzazione di questi casi, inclusa l’individuazione di ceppi virali che provocano un decorso severo dell’infezione, è di fondamentale importanza per una migliore gestione clinica e terapeutica dei pazienti e per l’utilizzo mirato di misure profilattiche già disponibili o disponibili a breve, come anticorpi monoclonali e vaccini anti-VRS.



STUDIO AGGIUNGE NUOVI ELEMENTI ALLA CARATTERIZZAZIONE DELLA BRONCHIOLITE NEI BAMBINI

La ricerca, finanziata da un progetto del Ministero della Salute, come riporta Quotidiano Sanità, è riuscita a studiare più a fondo le manifestazioni di bronchiolite e il suo intensificarsi negli ultimi anni, riuscendo ad isolare il ceppo virale. “Un punto di forza delle nostre ricerche è quello di aver svolto un’analisi virologica dettagliata su un numero elevato di pazienti pediatrici ospedalizzati per bronchiolite durante le ultime sei stagioni invernali dal 2018-2019 al 2022-2023. In tutti i bambini ricoverati, è stata eseguita la caratterizzazione molecolare e il sequenziamento del ceppo di VRS e un’analisi statistica dettagliata dei dati demografici e clinici associati ad un maggiore rischio di forme gravi di bronchiolite.” Questo è quanto ha spiegato Guido Antonelli della Sapienza.



Il nostro studio – spiegano Alessandra Pierangeli e Carolina Scagnolari, coordinatrici della ricerca condotta in stretta collaborazione con il gruppo di pediatri diretti da Fabio Midulla e il coordinamento del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità diretto da Anna Teresa Palamara – aggiunge nuovi elementi alla comprensione dei meccanismi patogenetici associati alle varianti di VRS circolanti nel periodo post-pandemia. In effetti sembra che la maggiore severità della patologia e l’aumento degli ingressi in terapia intensiva riscontrato nei casi di VRS sottotipo B, nel 2022-2023 non sono spiegabili solo dal debito immunitario associato ai periodi di lockdown”. In definitiva lo studio ha posto le basi per permettere anche di prevedere nuovi picchi stagionali, monitorandone l’evoluzione e adottando la giusta terapia.