Le cure contro la bronchiolite dei bambini saranno gratis per tutti. Il ministero della salute ha deciso di “cambiare strategia” dopo aver inizialmente concesso la gratuità solamente alla regioni dal “Lazio in su”. Ne era nata un’accesa protesta delle altre regioni, soprattutto dalla parte della Puglia come precisa il Corriere della sera tramite il suo sito web, obbligando di fatto il governo a rivedere la direttiva, estendendo così le cure gratis per la bronchiolite a tutti.



Ma ripercorriamo velocemente le tappe di questa vicenda, cominciando dal dire che lo scorso 18 settembre il ministero aveva comunicato che il costo dell’anticorpo monoclonale per combattere il virus respiratorio sinciziale, che causa appunto la bronchiolite, sarebbe stato a carico delle regioni dal Lazio in giù, quindi indicativamente tutto il centro sud. Il giorno dopo, il 19 settembre (ieri), è arrivata la marcia indietro, con il ministero che ha invece fatto sapere che la cura suddetta sarà interamente a carico del sistema sanitario nazionale in tutta Italia.



BRONCHIOLITE, LA NOTA DEL DG DEL MINISTERO

Diverse le regioni che hanno alzato la voce (fra il 18 e il 19 settembre), a cominciare dalla sopracitata Puglia, e alla fine il governo è stato messo di fatto con le spalle al muro, rivendendo i propri piani.

Come precisa sempre il quotidiano di via Solferino, mercoledì era stata inviata alle regioni una nota da parte di Americo Cicchetti, il direttore generale del ministero della salute, precisando che il Nirsevimab-Beyfortus, l’anticorpo monoclonale che viene appunto utilizzato contro la bronchiolite non era incluso nel piano nazionale vigente, essendo classificato fra i farmaci di Classe C, quindi a carico del cittadino. Nella stessa nota viene anche precisato che alcune regioni hanno comunque deciso di non far pagare nulla per la somministrazione, facendosi carico del costo della “vaccinazione”.



BRONCHIOLITE, L’ACCESA PROTESTA DELLA PUGLIA SULLE CURE

Una soluzione che si può fare ma non da parte di quelle regioni che sono “in piano di rientro dal disavanzo sanitario”, ovvero, un elenco composto da Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, ma anche Abruzzo, Molise e Calabria. Si tratta in sostanza di un elenco di ragioni che sono “in deficit” di conseguenza non posso utilizzare fondi “extra”, come appunto quelli necessari al suddetto Nirsevimab.

A stretto giro di posta sono giunte le parole di Filippo Anelli, presidente degli ordini dei medici, che ha criticato duramente l’operato del governo invocando l’articolo 32 della costituzione, e gli ha fatto eco Raffaele Piemontese, assessore regionale pugliese, che ha parlato di discriminazione vergognosa fra i bimbi d’Italia in base alla residenza, una situazione definita “inaccettabile”, nonché una “beffa” per la Puglia, che è vincolata ad un piano di rientro sanitario. Dopo una serie di proteste anche di deputati del Pd, alla fine si è deciso di spostare il farmaco contro la bronchiolite dalla C alla A, rendendo quindi gratuito per il cittadino e internamente a carico del servizio sanitario: caso chiuso.