“Una volta cattolico, sempre cattolico” disse una volta Bruce Springsteen a chi gli chiedeva conto dei tanti riferimenti religiosi di cui sono piene le sue canzoni. Nato in una famiglia per metà irlandese e metà italiana. Springsteen crebbe con la classica educazione cattolica, anche se per i tempi, gli anni 50, si trattava di una educazione infarcita di moralismo, dogmi, paura dell’inferno, tanto da farlo fuggire dalla scuola di suore che frequentava. Ma nel corso degli anni quell’educazione ha cominciato a fare sempre più capolino, tanto da intitolare il disco dedicato alle vittime delle Twin Towers, “la resurrezione”, The Rising. Ai recenti concerti tenuti a Broadway, poi, terminava ogni serata con la recita del Padre Nostro. Recentemente il cantante americano ha tenuto una conversazione con il regista Martin Scorsese, anche lui italo americano e anche lui di educazione cattolica, su Netflix per presentare il film tratto da quei concerti, Springsteen on Broadway. Nel corso della serata l’elemento religioso ha fatto così capolino: “Tutto quel senso di redenzione e dannazione, in tutti i film di Scorsese. Quando sono cresciuto ho smesso di combatterlo. Adesso ci lavoro sopra e mi piace. Non c’è niente di meglio che attingere dai miti del cristianesimo, ogni cosa è contenuta lì dentro” ha detto.



LA SCRITTRICE FLANNERY O’CONNOR

Scorsese si è dichiarato d’accordo, dicendo che il suo prossimo film su Netflix, The Irishman, contiene gli stessi temi: “Fiducia, lealtà, tradimento e fede”. I due hanno quindi citato la scrittrice cattolica Flannery O’Connor, che proprio Scorsese fece conoscere a Springsteen, la cui visione è presente in tantissime canzoni del Boss, specie quelle del disco Nebraska: “Leggendola, ho scoperto che l’oscurità è più interessante della luce”. I racconti della scrittrice ritraggono infatti peccatori, assassini, perdenti in lotta con la ricerca di una redenzione possibile. A proposito delle sue canzoni, Springsteen ha poi detto che “devi catturare un piccolo pezzo del divino e può accadere in molte forme. Ma ogni volta che ho davvero scritto qualcosa che ho sentito di una certa qualità, c’è sempre quel piccolo pezzo di “Non sono esattamente sicuro da dove viene. So come sono arrivato qui o come sono arrivato, ma …’”. In passato Springsteen aveva detto che “le sue canzoni mi conoscono meglio di quanto io conosca delle canzoni stesse”, sottolineando quel senso di mistero che appartiene a ogni autentica opera d’arte. Lasciando la porta aperta al mistero, disse una volta il pittore americano William Congdon, si evita che le canzoni siano solo rumore. Come purtroppo accade al giorno d’oggi sempre più spesso.

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