L’istruzione tecnica e professionale al centro di una riforma con l’unico obiettivo di favorire la maggiore occupabilità dei giovani, salvaguardando la competitività e la crescita del Paese. Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, è soddisfatto per il Ddl che istituisce la “filiera formativa tecnologico-professionale”. Il governo Meloni lo presenterà in consiglio dei Ministri la prossima settimana. Al Sole 24 Ore, Brugnoli ha parlato del Ddl come “Frutto di un lavoro costante di dialogo e di confronto con 11 diversi ministri. Per questo voglio ringraziare Giuseppe Valditara per aver compreso e riconosciuto l’importanza dell’istruzione tecnica, che, come negli anni 50 e 60, ha fatto la fortuna dell’Italia, grazie allo stretto legame con industria e mondo del lavoro, che oggi viene rilanciato”.
Le imprese hanno necessità, secondo il vice presidente di Confindustria, di talenti made in Italy. “Nei prossimi cinque anni avremo bisogno di 500mila profili di alta specializzazione scientifico-tecnologica, ben 103mila talenti l’anno. Ma scontiamo un mismatch che ormai interessa una assunzione su due e abbiamo alti tassi di disoccupazione giovanile e di Neet. E oggi i numeri in uscita da istituti tecnici, professionali, Its Academy e laureati Stem sono insufficienti a coprire il fabbisogno necessario, complice anche un scarso orientamento verso famiglie e studenti e la forte denatalità in atto. Il Pnrr ha dato la scossa; ora è fondamentale far decollare questa riforma, assieme a quella degli Its Academy. Anzi, lancio un appello: tutti – politica, istituzioni, parti sociali, ciascuno per la propria parte – dobbiamo avere a cuore il rapido inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro, e impegnarci per questo”.
La riforma degli istituti tecnici e professionali
Uno dei punti di forza della riforma degli istituti tecnici e professionali, come sottolinea il Sole 24 Ore, è l’aver riconosciuto la funzione educativa del lavoro. Brugnoli spiega che “per Confindustria è un aspetto da segnalare. La nuova filiera, e i campus che nasceranno, rafforzano il legame con le associazioni datoriali, di categoria e di territorio, chiamate a esplicitare le proprie esigenze di personale nel medio e lungo periodo. Questo è fondamentale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di impiego nelle rispettive aree, e a livello di distretti e filiere produttive. Inoltre il Ddl apre alla “comunità impresa”, che con i propri dirigenti, collaboratori, e qualche volta anche noi stessi imprenditori, entra nelle scuole dall’ingresso principale con docenze esterne per trasferire le proprie competenze e knowhow tecnico con il fine di arricchire la didattica“.
Fare rete tra scuola, imprese, territori è, a detta del Vice presidente di Confindustria, la strada giusta per ottenere successo: “Da un lato con la riforma degli Its Academy, e i robusti finanziamenti stanziati, dall’altro con la riforma di tutta la filiera secondaria dell’istruzione tecnico-professionale, stiamo realizzando a tutti gli effetti quella seconda gamba di formazione specialistica subito professionalizzante che ha fatto la fortuna all’estero, in primis in Germania. Riscoprire quel dialogo costante tra scuola, mondo del lavoro, territori, filiere, è un’operazione Paese, che da un futuro ai giovani, alle aziende, e al benessere collettivo”.