Grave svista quella del Corriere della Sera, con al centro il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. All’esponente di Forza Italia, era stata infatti attribuita un’intervista dal titolo: “Basta smart working, riapriamo tutto. I dipendenti pubblici devono tornare in ufficio“. Parole che potevano essere interpretate come una vera e propria dichiarazione di guerra agli statali, se non fosse che è stato lo stesso Brunetta ad intervenire sui social e a chiarire che quell’intervista risaliva addirittura allo scorso giugno: “Leggo sul sito del Corriere della Sera di una mia intervista pubblicata in data odierna, a Claudia Voltattorni dal titolo “Basta smart working, i dipendenti pubblici tornino in ufficio”.Il contenuto pubblicato nella sedicente intervista si riferisce ad un mio intervento a Tgcom24 in data 22 giugno dello scorso anno, periodo nel quale sembrava che la pandemia fosse in via di superamento, con il ritorno auspicato alla normalità. Quindi, io non ho rilasciato alcuna intervista, a nessuno, come doveroso riserbo, in attesa del discorso programmatico del presidente del Consiglio Mario #Draghi alle Camere del prossimo mercoledì al Senato e giovedì alla Camera, con conseguente dibattito parlamentare e voto di fiducia. Sono sconcertato e dispiaciuto. Dal momento del giuramento, io non ho rilasciato alcuna intervista, né scritto alcun articolo. Nulla”.
RENATO BRUNETTA E LE SCUSE DEL CORRIERE DELLA SERA
Dopo la denuncia di Renato Brunetta è stata la stessa autrice di quell’articolo, Claudia Voltattorni, ad ammettere l’errore su corriere.it: “Per un disguido e un nostro errore di cui ci scusiamo con il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta e con i lettori, è andato online un articolo su una vecchia intervista dell’allora deputato Brunetta che riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità“. Brunetta, che nel frattempo si era già sorbito alcune ore di attacchi per via di quell’intervista diventata virale, ha comunque preso atto delle scuse del giornale, ma senza rinunciare a porsi degli interrogativi: “Prendo atto della smentita del Corriere della Sera”, ha scritto, “ma a questo punto mi chiedo: chi ha interesse ad avvelenare i pozzi? Chi vuole mettere già i bastoni tra le ruote a questo governo? Chi ha interesse a giocare con gli equivoci? Quello del ‘Corriere’ sarà un errore… ma io queste domande me le sto ponendo“.