Il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha annunciato che lo smart working nella PA rimarrà anche nei prossimi mesi – nonostante la “lotta” intrapresa dallo stesso esponente di Forza Italia all’inizio del suo mandato presso il Governo Draghi – ma solo al 15%. «Lo smart working nella Pubblica amministrazione non sarà abolito, è auspicabile resti per una quota fino al 15%», questo il messaggio lanciato da Cernobbio, intervistato dal “Corriere della Sera”.



Per Brunetta il ritorno in presenza dei lavoratori statali è fondamentale per accelerare la ripresa, specie visti i piani del Recovery Fund che coinvolgono anche la Pubblica Amministrazione: «Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici gran parte in smart working ha continuato sempre a lavorare in presenza: la sanità, le forze dell’ordine. La scuola sta per ripartire. Adesso è bene che tutti gli altri tornino per sostenere la riprese del Paese», spiega ancora il Ministro PA, ribadendo come il ritorno in ufficio «servirà anche per smaltire le montagne di arretrati accumulati durante il lockdown».



BRUNETTA E L’IPOTESI DELL’OBBLIGO VACCINALE NELLA PA”

Verranno definiti nei prossimi tempi regole contrattuali specifiche per la disconnessone, la produttività e i risultati, garantisce ancora il Ministro Brunetta che poi torna sulle sfide della burocrazia nella ripresa economica che dovrà sostenere l’Italia dopo l’emergenza Covid: «Il Paese sta crescendo al 6%: dentro questa crescita ci sono consumi, investimenti, produzione industriale, esportazioni, c’è un Paese che comincia ad avere un metabolismo forte e dinamico dopo il lockdown. La burocrazia è altrettanto importante per lo sviluppo. E tornare al lavoro in presenza è una necessità di buon senso – precisa il titolare della Pubblica Amministrazione -. Io vorrei che la burocrazia accompagnasse la crescita, che fosse un catalizzatore della ripresa». Ultimo capitolo, non meno importante, la discussione su Green Pass ed eventualità dell’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori, in primis gli statali: «E’ una storia di successo italiano, europeo, si tratta ora di estenderlo a tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, come una sorta di passaporto di libertà e sicurezza», ma «se non bastasse» ecco che eventualmente «anche l’obbligo vaccinale per legge», conclude Brunetta.

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