Bruno Conti sarà tra i protagonisti dello speciale “Il Viaggio degli Eroi” che vedrà la Rai celebrare in prima serata l’impresa dell’Italia del 1982, campione del mondo in Spagna. Fu il Mondiale che consacrò Conti con il soprannome di “Marazico“, che abbinava i due fuoriclasse più attesi del Mondiale. Conti ne riassunse nel qualità, ergendosi a protagonista proprio a partire dalle gare contro Argentina e Brasile, quelle che hanno consacrato il Mondiale azzurro nella leggenda. Le discese sulla fascia e gli assist di Conti hanno lasciato a bocca aperta tutto il mondo che seguiva la kermesse e probabilmente, senza l’exploit di Paolo Rossi che realizzò 6 gol nelle ultime tre partite, sarebbe stato Conti ad essere eletto come miglior giocatore della rassegna iridata.
Il cammino di Conti nel Mondiale è stato simile a quello della squadra, che dopo la “scossa elettrica” della partita contro l’Argentina ha giocato uno dei match più memorabili della storia del calcio italiano contro il Brasile. Conti ha fatto ammattire i fuoriclasse verdeoro chiamati a controllarlo, con Junior schierato a sinistra che non riuscì a contenerne l’estro. Memorabile anche la discesa contro la Polonia in semifinale, chiusa con l’assist al bacio pennellato per un Paolo Rossi ormai in stato di grazia. L’opera fu completata nella finalissima contro la Germania, altro match in cui Conti riuscì a fare a brandelli la difesa tedesca: una delle performance ricordate con maggiore evidenza nella storia dei Mondiali.
BRUNO CONTI, FUORICLASSE DESTINATO AL BASEBALL
E dire che Bruno Conti da Nettuno doveva essere destinato al baseball. Nativo del borgo sul mare vicino la Capitale, come molti ragazzi del luogo venne iniziato al gioco sul diamante dal prete del suo oratorio, che a sua volta l’aveva imparato dagli americani che erano sbarcati nella zona di Anzio durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli era stato anche proposto di andare negli Stati Uniti per diventare un professionista, ma il padre non diede il permesso e il calcio italiano si ritrovò un campione. Ha legato, dopo una parentesi al Genoa, tutta la sua carriera alla Roma dove ancora oggi svolge il responsabile del settore giovanile, capace di lanciare da anni sotto la sua guida un gran numero di giovani talenti.
Conti ha sempre spiegato con due motivazioni principali come mai il Mondiale 1982 sia rimasto così profondamente nel cuore degli italiani. “Per due motivi. Il primo: l’Italia veniva da un brutto periodo anche fuori dal campo di calcio. Due anni prima, Ustica. L’anno prima, l’attentato al Papa. Eravamo ancora dentro gli Anni di Piombo. Nel nostro piccolo abbiamo dato un motivo agli italiani per sorridere. Il secondo: se guardi oggi quelle partite, vedi che abbiamo battuto via via tutti i migliori. Maradona, Zico, Boniek, Rummenigge…” Un’impresa che a quarant’anni di distanza viene ancora ricordata da tutti gli italiani.