Bruno Conti, uno degli Azzurri campioni del mondo ai Mondiali di Spagna 1982, è intervenuto ai microfoni de “La Verità”, raccontando in particolare il suo rapporto con l’allenatore Nils Liedholm. Quest’ultimo, in carriera vestì anche e soprattutto le casacche di Roma e Milan e proprio in rossonero fu affiancato dai connazionali Gunnar Gren e Gunnar Nordahl, con cui formò il famoso trio Gre-No-Li. Poi, da tecnico, lo scandinavo ebbe il merito di intuire tutto il potenziale del giovane Conti, dandogli fiducia e proiettandolo in prima squadra.
Il ricordo di Bruno Conti nei suoi confronti non può che essere positivo e permeato da estrema riconoscenza: “Liedholm è stato un padre per me, un maestro in tutto – ha commentato –. Non potrò mai dimenticare il primo allenamento con la prima squadra. Venivo dalla Primavera… Entriamo in campo e, davanti a tutti i giocatori, Picchio De Sisti, Cordova e così via, mi dice: ‘Fai vedere questo stop d’interno…’. Il calcio l’ha insegnato a tutti, la sua famosa ragnatela, il gioco a zona… Quando la Roma, dopo il Genoa, voleva cedermi al Pescara, volle a tutti i costi che tornassi a Roma. Grande Barone! È stato tutto per me”.
BRUNO CONTI: “NILS LIEDHOLM NON VOLEVA MAI CAMBIARE STRADA”
In ogni piccola situazione, ha confidato Bruno Conti ancora ai colleghi del quotidiano “La Verità”, Nils Liedholm sapeva stupire, come si evince anche da un aneddoto raccontato dall’ex calciatore: “Un giorno partiamo da Trigoria per andare all’Olimpico. C’era un po’ di traffico, l’autista del pullman dice: ‘Mister, se magari facciamo un’altra strada…’ . Rispose: ‘No’. Non voleva cambiare strada. In pullman o aereo, viaggiava sempre al solito posto”.
Con Ottavio Bianchi in panchina, invece, Conti non riuscì a instaurare lo stesso feeling che aveva con Liedholm: “Non c’era un minimo di considerazione nei miei confronti, ma non perché ero campione del mondo: stavo bene fisicamente. Situazione non bella”.