Un risarcimento da 667mila euro per Bruno Contrada: questo ha sancito la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, accogliendo la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione presentata dall’ex numero due del Sisde, condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa con una sentenza poi dichiarata ineseguibile dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Contrada, difeso dall’avvocato Stefano Giordano, come riportato dall’ANSA, ha dichiarato: “I danni che io, la mia famiglia, la mia storia personale, abbiamo subito sono irreparabili e non c’è risarcimento che valga. Io campo con 10 euro al giorno. Stare chiuso per il coronavirus non mi pesa: sono stato recluso 8 anni“. Contrada, arrestato alla vigilia di Natale del 1992, venne accusato in passato di essere l’uomo dello Stato che intratteneva rapporti con la mafia. Il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel 2015, gli consentì di chiedere la ripetizione del processo. Richiesta negata in Italia, con la Cassazione che per mettere fine alla vicenda dichiarò la sentenza di condanna “ineseguibile e improduttiva di effetti”. Contrada, dunque, per la giustizia italiana non era innocente ma aveva la fedina penale pulita e non doveva scontare la condanna, che aveva in realtà già scontato.



BRUNO CONTRADA: “DENARO NON PUO’ RISARCIRE DANNI DI 28 ANNI”

Contrada, oggi 88enne ma ancora lucidissimo, ha così commentato la sentenza: “Il denaro non può risarcire i danni che ho subito in 28 anni. Quando nel 2017 la Cassazione ha recepito la sentenza della corte europea per i diritti dell’uomo, confortata dalla decisione della grande Camera di Strasburgo dove 17 giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell’Italia ho provato un momento di gratificazione. L’Europa riconosceva la mia sventura umana e giudiziaria. Ma io provavo sofferenza solo a leggere i documenti di quella causa che cominciavano ‘Bruno Contrada contro l’Italia. Ho vissuto fin da piccolo col valore altissimo della Patria, l’Italia, e dello Stato. Solo per questo avrei diritto a un risarcimento solo perché hanno distrutto le certezze e i valori in cui ho creduto una vita. Per me indossare la divisa da ufficiale dei bersaglieri a 22 anni, e poi quella della Polizia di Stato fino a diventare dirigente generale, era tutto. Anche in carcere applicavo quei valori comportandomi bene e rendendomi utile con i consigli e l’esempio per i compagni di detenzione“.



BRUNO CONTRADA, DIFESA VALUTA RICORSO PER AUMENTARE RISARCIMENTO

Come riportato da Rai News, la difesa di Bruno Contrada potrebbe anche decidere di impugnare la decisione della Corte d’appello di Palermo, per ottenere una somma superiore rispetto ai 667 mila euro liquidati oggi. L’avvocato Stefano Giordano ha infatti dichiarato: “Riteniamo che la pronuncia dei giudici siciliani sia perfettamente in linea con la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo e ne dia la giusta esecuzione: al di là del quantum liquidato, la Corte d’appello, con un provvedimento libero e coraggioso ha statuito che Bruno Contrada non andava né processato né tanto meno condannato e che dunque non avrebbe dovuto scontare neppure un solo giorno di detenzione“. Secondo Giordano sono state dunque “disattese le obiezioni della procura generale e dell’Avvocatura dello Stato“, che ora però potrebbero ricorrere in Cassazione. Il penalista però è sereno: “Ci riserviamo di esaminare attentamente il provvedimento per valutare eventuali spazi per l’impugnazione in Cassazione“.

Leggi anche

Margaret Spada, l'amica: "Quella sedia vuota è straziante"/ "Cure dentarie? Non credo si sia mai sottoposta"