Indagato, condannato, dileggiato dall’opinione pubblica e destituito della sua divisa di poliziotto, Bruno Contrada dopo la sentenza passata della Cassazione era stato reintegrato (nel 2017) mentre nel 2020 ricevette risarcimento da 667mila euro per ingiusta detenzione. Ebbene, secondo il suo legale con l’ultima decisione della Corte di Palermo l’ex funzionario del Sisde avrebbe subito una seconda violazione dei diritti umani.



«Come è noto oggi il prefetto Bruno Contrada non è potuto comparire per deporre al processo Agostino perché gravemente ammalato. Ad ogni modo, è intenzione di questa difesa quella di denunciare, con una prossima iniziativa, l’ulteriore violazione dei diritti umani effettuata nei confronti del dottor Contrada, il quale, già nel processo svoltosi con rito abbreviato davanti al Gup, è stato di fatto processato per reati molto gravi senza essere mai stato né convocato né sentito né nel processo né durante la fase delle indagini preliminari», è la denuncia lanciata su Adnkronos dall’avvocato Stefano Giordano. Secondo i suoi legali, è assurdo come nel caso Contrada sia consentito fare processi «senza tutelare i diritti delle persone che vengono giudicate e quindi senza le garanzie che la Costituzione, la Cedu ed il codice pongono a tutela dell’indagato e dell’imputato ».



NUOVA VIOLAZIONE CONTRO BRUNO CONTRADA?

Sorge tutto dalla decisione pattuita ieri dalla Corte d’Appello di Palermo che ha rigettato l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione formulata dalla difesa dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada (in merito alla pena che gli fu inflitta con una sentenza dichiarata poi ineseguibile e improduttiva di effetti penali dalla Cassazione nel 2017). «Apprendiamo senza stupore il verdetto della Corte a seguito di un procedimento svoltosi in maniera assai poco serena, e alle cui conclusioni mi sono rifiutato di prendere parte», attacca ancora l’avvocato di Contrada all’ANSA, «Formuleremo tutte le nostre deduzioni in ordine al malgoverno della legge penale e degli strumenti internazionali nel ricorso per Cassazione che verrà depositato ritualmente nei prossimi giorni» spiega ancora Giordano. Da subito, conclude l’avvocato di Contrada, con l’ordinanza depositata ieri «si viola per ben due volte il giudicato della Corte Europea, su cui il giudice interno non ha alcun margine di discrezionalità per quanto riguarda la sua esecuzione. Insieme al ricorso per Cassazione depositeremo nei giorni a seguire un dossier articolato presso il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa perché per l’ennesima volta, non solo lo Stato Italiano commette delle gravissime violazioni ai danni dei suoi cittadini, ma reitera dette violazioni rifiutandosi di eseguire il giudicato europeo». Contrada venne condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa ma la Corte CEDU dichiarò del tutto illegittima quella sentenza è condannò lo Stato italiano a risarcire l’ex 007: come rileva l’ANSA, in forza di questa pronuncia, la Cassazione dichiarò «improduttivo di effetti il verdetto di condanna e Contrada fu risarcito dalla corte d’appello di Palermo per l’ingiusta carcerazione subita». L’ordinanza fu poi impugnata in Cassazione che annullò con rinvio il risarcimento stabilendo che sul caso dovesse nuovamente pronunciarsi l’appello: ieri la decisione, ancora una volta contro Bruno Contrada.

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