LA DIFESA DELL’UMANITÀ (PRIMA DEL PIANETA): PARLA GIORDANO BRUNO GUERRI

Lotta al cambiamento climatico, emissioni, eco-vandali ed eco-reati, scioperi ‘alla Greta’ e così via: il tema dell’ambiente non è mai stato così discusso e divisivo come ai tempi di oggi. Ebbene, secondo lo scrittore Giordano Bruno Guerri occorre fare un passo più in profondità per capire che prima di ogni difesa del clima e dell’ambiente occorre pensare e salvare l’umanità. Davanti alle tante polemiche internazionali sui potenti che non farebbero nulla (o poco) per preservare l’ambiente, il punto di vista del pensatore italiano si discosta e molto dall’opinione pubblica anche culturale.



«Dobbiamo salvare l’uomo e non il pianeta», intima Bruno Guerri nel suo editoriale oggi su “Il Giornale” dove traccia un’ideale parabola che unisce due recenti libri sulle origini e il futuro del “homo sapiens sapiens”. «Studiare la Terra significa studiarne il cambiamento», si legge nel saggio “Breve storia della Terra” di Robert M. Hazen, ma ai nostri tempi questo cambiamento è sempre più vorticoso. Un pianeta la Terra senza pace, in perenne evoluzione e continui mutamenti: «da circa due secoli noi siamo una parte decisiva del sistema globale perché la nostra è l’unica specie della storia in cui ogni generazione deve consumare più energia di quella precedente».



BRUNO GUERRI: “PENSIAMO ALLA TERRA DEI NOSTRI FIGLI NON A QUELLA CHE FU DEI NOSTRI GENITORI”

Il catastrofismo ampiamente per la maggiore ormai nelle discussioni su tema “clima” viene considerato da Giordano Bruno Guerri come «lagnoso e respingente», in quanto non coglie il vero dato della realtà attuale. «Nell’ultimo secolo il pianeta si sta riscaldando molto in fretta anche grazie alle nostre azioni»: questo non significa però, chiarisce Bruno Guerri sul “Giornale”, che occorre guardare al passato per verificare gli eventuali errori e mancanze nostre.

Siccitè, migrazioni, porti inondati, città costiere: il cambiamento si vede già oggi e anche qualora vi fossero degli effetti nuovi e positivi «comunque il cambiamento sarebbe drammatico». E allora che fare? Secondo lo scrittore, «qualunque cosa accada in un futuro prossimo o lontano, la Terra sopravviverà, magari popolata solo da microrganismi come alle origini». Bisogna dunque finirla con la “lagna” del “bisogna salvare il pianeta»: il vero pianeta da salvare «è la nostra specie. Dovremmo smettere di pensare al pianeta come alla terra dei nostri genitori e cominciare a pensarla come la terra dei nostri figli». Questo, secondo Bruno Guerri, sarebbe il vero cambiamento culturale di tutti gli ultimi millenni.