CHI È IL TEOLOGO BRUNO LATOUR, MORTO 75ENNE A PARIGI

«L’editore La Découverte ha appreso con dolore la notizia della morte di Bruno Latour, avvenuta ieri sera a Parigi. Tutti i nostri pensieri sono rivolti alla sua famiglia e ai suoi amici»: questo il breve, lapidario, messaggio apparso due giorni fa nella nota dell’editore Les Editions La Découverte. Bruno Latour, uno dei più grandi autori della Francia contemporanea, filosofo e teologo, è mancato dopo una lunga malattia. Vincitore dei Premi Holberg (2013) e Kyoto (2021), Latour è famoso soprattutto per le sue teorie approfondite sull’ecologia applicata alla fede religiosa. Filosofo della scienza, sociologo e antropologo, capace di scrivere nel mezzo della pandemia l’importante saggio “’Dove sono?” Per provare a descrivere i tempi moderni legati all’emergenza del Covid-19.



Fino all’ultimo giorno di scritti e studi, Bruno Latour ha provato a far confluire i suoi studi sull’ecologia in una disamina sempre più “integrale”, incrociando in questo senso la dottrina della Chiesa maturata con Benedetto XVI e con Papa Francesco definita per l’appunto “ecologia integrale”. Di fronte alle sfide ecologiche, sostiene la teorica di Latour, almeno 4 sono le diverse concezioni del nostro pianeta che si scontrano e sovrappongono: «il pianeta Globalizzazione; piante dell’economia liberista; pianeta tecno-utopistico; pianeta degli extra-moderni».



LATOUR: “LA SVOLTA DI PAPA FRANCESCO SULL’ECOLOGIA INTEGRALE”

Bruno Latour era molto credente e anche per questo è sempre stato attento nella sua esegesi culturale e religiosa nel cogliere tutti gli insegnamenti della Santa Chiesa Cattolica in merito all’ecologia integrale umana che collega il destino dell’umanità con quello di tutto il creato. L’Enciclica “Laudato si’ di Papa Francesco e poi la “Fratelli tutti”, secondo il filosofo e teologo francese, è stata un’autentica svolta per il tema dell’ecologia: «è il luogo essenziale di ripresa della predicazione cattolica», furono le esatte parole di Latour ribadite nel 2021 durante la relazione all’International Congress of the European Society for Catholic Theology, a Osnabrück.



«Fino alla rottura profetica introdotta dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, la proiezione cosmologica più corrente, oggi, dipende dai rimaneggiamenti compiuti durante il periodo moderno per assorbire la nozione di natura sottomessa alle leggi», spiegava ancora Latour nell’intervento accademico. Il problema della coesistenza di una dottrina cristiana con quella ecologista per il filosofo francese sembrava quasi non trovare una soluzione, fino appunto all’avvento del Magistero di Francesco con l’insistenza sul tema della cura per il creato: «Oggi, non si tratta più di natura, ma di cura degli esseri da cui noi dipendiamo e che dipendono da noi, e dei quali nessuna legge superiore regola in anticipo il destino. L’incarnazione ci immerge in una storia d’interconnessione con i viventi, la cui salvezza dipende ormai in gran parte dagli atti di carità che noi saremo capaci di non rimandare a più tardi con la giustificazione di un “altro mondo”. È qui o da nessuna parte»,