Non trova pace (e non potrebbe essere altrimenti) Bruno, il padre di Martina Rossi, la ragazza genovese che nel 2011, dunque nove anni fa, morì cadendo dal balcone di un albergo a Palma di Maiorca, in Spagna. Tutta la sofferenza accumulata in questi anni è emersa nelle dichiarazioni rilasciate a “Il Corriere della Sera”, giunte successivamente alla sentenza di secondo grado della Corte d’Appello di Firenze, che ha letteralmente ribaltato le condanne di Arezzo. “A volte accade che ci siano fatti contrari ad ogni logica che si uniscono, si accavallano, interferiscono e sono capaci di offuscare la verità – ha dichiarato l’uomo –. Rispettiamo le sentenze, anche se questa di Firenze trova la sua genesi nelle indagini della polizia spagnola nate male e proseguite peggio. Qualcuno però ci dovrà dire come e perché è morta Martina. Noi lo sappiamo e lo sapevano anche i giudici di primo grado“.
PADRE MARTINA ROSSI: “MIA FIGLIA È STATA AMMAZZATA”
C’è poi una frase che Bruno, papà di Martina Rossi, continua a ripetere senza soluzione di continuità: “Martina non si è uccisa e non è volata per fatalità da un balcone. Martina è stata ammazzata”. Nonostante la piega che sta prendendo la vicenda giudiziaria, l’uomo ha rivelato di confidare ancora nel ricorso in Cassazione e di conservare ancora fiducia nella giustizia e nella verità. Vale la pena rammentare che, stano alle convinzioni dei magistrati di primo grado, la giovane sarebbe precipitata nel vuoto nel tentativo di sfuggire a un tentativo di stupro da parte dei due ragazzi che si trovavano in camera d’albergo insieme a lei, mentre è di parere diametralmente opposto la Corte d’Appello, che afferma che quella fuga sul terrazzo non sia in realtà mai avvenuta, anche se “un’aggressione di carattere sessuale non può neppure del tutto escludersi”.