Ancora nessuna traccia dell’assassino di Sharon Verzeni, uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola. La ragazza, uscita per fare una passeggiata senza il compagno, Sergio Ruocco, che invece dormiva, è stata accoltellata alle spalle e nonostante sia riuscita a chiamare i soccorsi, è morta prima dell’arrivo di qualcuno che potesse aiutarla. Il papà Bruno Verzeni, a Repubblica, spiega: “Spero prendano il colpevole: non per vendetta, ma perché non faccia del male a qualcun altro”. Parlando del compagno della figlia, invece, Bruno ribadisce che i rapporti erano ottimi e ne parla come “un ragazzo splendido”..



Bruno Verzeni, parlando di un possibile avvicinamento di Sharon alla setta di Scientology, ha spiegato che i proprietari del bar in cui lavorava appartenevano al gruppo e le avevano proposto di fare un corso per aumentare la positività sul lavoro. Ultimamente, poi, la sua amica del bar “le aveva proposto un corso di rilassamento” ma alla famiglia di Sharon non è mai sembrato strano, anzi, da parte dei genitori era arrivato un incoraggiamento all’intraprendere tali soccorsi.



Bruno Verzeni: “Non ha mai fatto male a nessuno”

Bruno Verzeni non si dà una spiegazione: “Nessuno poteva avercela con lei, non ha mai fatto male a una mosca”, racconta a Repubblica. Parlando di Sharon, infatti, ne parla come “una ragazza semplice, solare, che stava bene ed era contenta. Era nostra figlia, le volevamo bene, ci manca tanto”. Il padre non ha mai messo in dubbio la veridicità delle parole del genero, Sergio Ruocco, che ha sempre descritto come un ragazzo meraviglioso. Parlando proprio del rapporto con Sharon, spiega ancora: “Avevano appena fatto il corso prematrimoniale a Terno d’Isola con don Angelo, volevano sposarsi l’anno prossimo”.



Il papà, come tanti, stava aspettando solamente in cui avrebbe portato all’altare la figlia ma così, purtroppo, non sarà. A Sharon, infatti, è stata strappata la vita in una notte di fine luglio da un assassino ancora ignoto, che gli inquirenti stanno cercando con una ricerca del Dna a tappeto, come fu per il caso di Yara Gambirasio.