Bruno Seghetti, il ruolo nel rapimento di Aldo Moro
Bruno Seghetti ebbe un ruolo di grande importanza nell’organizzazione del sequestro di Aldo Moro. Partecipò infatti alle riunioni preliminari e all’elaborazione dei dettagli operativi di quella che fu chiamata “operazione Fritz”. Il giorno precedente all’agguato, con Raffaele Fiore mise fuori uso le gomme del veicolo Ford Transit Diesel del fioraio Antonio Spiriticchio, che essendo vicino al luogo dell’agguato avrebbe potuto intralciare il piano dei brigatisti. Sarebbe stato proprio Bruno Seghetti alla guida della Fiat 132 che il 16 marzo 1978 accostò lungo via Stresa, andando in retromarcia fino all’incrocio con via Fani, sul quale venne caricato Aldo Moro da Mario Moretti e Raffaele Fiore dopo il rapimento e l’uccisione della scorta. (agg. JC)
Bruno Seghetti: uno dei rapitori di Aldo Moro
Il nome di Bruno Seghetti è uno di quelli che difficilmente verrà dimenticato dalla storia. Fu un uomo nel rapimento di Aldo Moro, da alcuni addirittura considerato il suo rapitore materiale. Lui, con la famigerata “colonna romana” delle Brigate Rosse, composta tra gli altri anche da Raffaele Fiore e Adriana Faranda (entrambi coinvolti nel rapimento), saranno l’oggetto della puntata serale di Esterno Notte, la serie dedicata al rapimento di Aldo Moro in onda su Rai 1.
Bruno Seghetti fu, insomma, uno degli uomini principali dietro al rapimento dello statista, avvenuto il 16 marzo 1978. In quella data, poco prima delle 9 del mattino, l’auto di Moro fu bloccata in via Fani, la sua scorta brutalmente uccisa a colpi d’arma da fuoco e lo statista prelevato. Da lì sarebbero iniziati 55 giorni cruciali nella storia italiana che avrebbero causato enormi sconvolgimenti e cambiamenti. Il cadavere di Moro fu, infine, trovato in via Caetani il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in quello che era più o meno il punto esatto a metà tra la sede del PCI e della DC.
Chi erano Bruno Seghetti e le Colonne Romane?
Insomma, Bruno Seghetti fu uno degli uomini chiave nel rapimento di Aldo Moro. Nato a Roma il negli anni ’50, e tra il 1977 e il 1980 era il capo ufficialmente riconosciuto delle Brigate Rosse. Nel 1968 fu uno dei partecipanti più attivi delle lotte di quartiere a Roma organizzare dai partiti di estrema sinistra, ma fu presto allontanato dalle file del Partito Comunista Italiano a causa del suo marcato estremismo. Si avvicinò prima al Movimento del Potere Operaio, e poi contribuì ad istituire il CO.CO.CE (ovvero il Comitato Comunista di Centocelle, quartiere romano).
Membro di spicco nelle Brigate Rosse, Bruno Seghetti fece parte di quelle che furono, poi, definite “Colonne romane”, tra i quali figuravano anche Raffaele Fiore e Adriana Faranda, che avrebbero assieme a Seghetti contribuito al rapimento di moro. Il 16 marzo fu lui a guidare la Fiat 131 sulla quale fu caricato lo statista dopo l’agguato in via Fani. Fu poi condannato a numerosi ergastoli, ma lungo la tutta la sua prigionia ed ai processi, ha sempre rivendicato la sua forte adesione alle Brigate Rosse, senza mai metterla in dubbio, né collaborare con le istituzioni per l’arresto o almeno la localizzazione dei restati brigatisti a piede libero. Dal 1999 ha ottenuto la semilibertà dal carcere, revocatagli nel 2001.