Bruno Vespa compirà 80 anni il prossimo 27 maggio, in occasione del suo compleanno si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha parlato anche di alcuni degli episodi più importanti della sua carriera da giornalista ma anche dell’infanzia e della vita privata, senza tralasciare il suo rapporto con i vari governi e partiti politici che hanno segnato anche la storia d’Italia. Arrivato ormai al traguardo dell’80esimo anno di vita, non ha intenzione di ritirarsi, e dice: “Il giornalismo si fa con la testa, che ancora funziona bene. Il ritiro lo deciderà il mio editore di riferimento: il Padreterno“. E l’unico rimpianto, se così si può chiamare che ha avuto, è quello di “Non essere stato di sinistra“, perchè, come afferma: “La mia carriera sarebbe stata più agevole, ad esempio non avrebbero cercato di chiudere Porta a Porta“.



Politicamente si definisce “Moderato” e aggiunge: “Sono venti anni che mio figlio Alessandro mi chiede per chi ho votato e non lo ha mai scoperto“. Della lunga carriera da giornalista e direttore del Tg1, Bruno Vespa ricorda in particolare l’episodio della notizia esclusiva dell’avviso di garanzia a Craxi nel 1992, ma anche nel 1976 quando da poco entrato in Rai annunciò il sequestro di Aldo Moro e il racconto dei funerali di Enrico Berlinguer nel 1984.



Bruno Vespa: “Mi fa sorridere chi dice che sono figlio di Mussolini, forse c’è la somiglianza, ma i conti non tornano”

Bruno Vespa intervistato dal Corriere della Sera ha raccontato il rapporto con la Rai e con la politica e di come alcune personalità abbiano influenzato particolarmente la sua carriera. Come quando fece firmare a Berlusconi il famoso “Contratto con gli italiani”, ma anche di quando diede le dimissioni da direttore perchè qualcosa stava cambiando, ed era arrivata l’era della “Rai dei professori”. Poi, nel 1994, torna in pista proprio grazie all’intervista a Berlusconi in occasione delle elezioni, quando per la prima volta il direttore generale gli propone di organizzare una trasmissione politica in seconda serata.



Sulla sua infanzia e i genitori “Papà rappresentante di medicinali, mamma maestra elementare, che votavano per la Democrazia Cristiana“, Vespa ricorda di non essere mai andato all’asilo, ma direttamente alle elementari. E in merito alla diceria che circola del fatto che sia il figlio di Mussolini, dice: “Mi fa sorridere questa cosa, ma effettivamente i conti non tornano“. Perchè: “Mia madre andò a insegnare ad Assergi, ultimo paese prima della funivia per Campo Imperatore, dove avevano mandato Mussolini, solo nel 1949. Quando “papà” era già morto da qualche anno“.