Bruno Vespa ammette Da noi a ruota libera di essere stato colto di sorpresa dall’emergenza coronavirus e che mai avrebbe immaginato che la situazione avrebbe eguagliato quella del focolaio in Cina: “Assolutamente – precisa il giornalista nel salotto di Francesca Fialdini – quando alla fine di gennaio ci collegammo con Wuhan, dove c’era una ristoratrice italiana e faceva vedere, dal balcone, tutti i grattacieli dai quali si gridava nel buio ‘forza Wuhan ce la faremo”, ci sembrava un altro mondo. Mai, mai avrei immaginato una cosa così e una cosa di queste dimensioni. Eppure – spiega Vespa – ne ho viste tante”. Tra le immagini più iconiche quelle di Francesco a Piazza San Pietro vuota: “Un pezzo di storia – dice Bruno Vespa – Ne ho raccontate tante in Piazza San Pietro, la morte dei Pontefici, l’elezione dei Pontefici, le prime uscite dei Pontefici, sempre la piazza gremita. Lui, solo, con Santissimo, vicino al Cristo di San Marcello – dice il giornalista – un’immagine indimenticabile, tragica, ma di grande speranza”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
“UN MERCATO PERSO NON…”
Bruno Vespa ha le idee ben chiare sulla riapertura dell’Italia. Per il giornalista infatti non ci sono dubbi sul fatto che il Paese non sia in grado di reggere a lungo questa reclusione forzata, per quanto volta al benessere dell’intera popolazione. “Il primo a rendersene conto è Giuseppe Conte“, ha scritto ne Il Giorno, “che sia sulle riaperture che sui soldi si sente tirare la giacca da parti opposte”. Secondo il giornalista, i danni saranno molteplici. Soprattutto perché chiudere tutto, anche le fabbriche che in altri Paesi hanno continuato a lavorare nonostante la quarantena, avrà delle conseguenze profonde. “Un mercato perso non si riconquista in un giorno“, ha aggiunto, “comprendiamo la prudenza del Tesoro ma se a tutte le imprese non arriverà subito una forte iniezione di liquidità con restituzione a decenni, non rischia il governo: rischia il Paese”. Oggi, domenica 5 aprile 2020, Bruno Vespa sarà ospite di Da noi… a ruota libera per fare il punto sull’emergenza Coronavirus. Intanto Medici Senza Frontiere e Vittorio Di Trapani, il segretario dell’Usigrai, hanno già fatto un doppio esposto al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e al Comitato per il Codice etico della Rai per le parole spese dal conduttore nei confronti dell’organizzazione. Vespa infatti ha attaccato duramente Medici senza frontiere, puntando il dito contro l’associazione via Facebook: “Adesso sono scomparsi. O meglio, forse sono nascosti nelle corsie di Bergamo, di Brescia, di Cremona. Forse non vogliono far sapere che sono lì e stanno lavorando eroicamente? Ma se per caso non ci fossero, forse sarebbe il caso di ricordagli che c’è bisogno di loro in questo momento, anche se non c’è politica, non c’è propaganda, non ci sono le televisioni internazionali. Dove siete finiti?”.
LA CHIUSURA MOMENTANEA DI PORTA A PORTA
Non sono momenti facili per Bruno Vespa e non solo per l’emergenza sanitaria che riguarda tutto il mondo. Nel mese di marzo il conduttore ha dovuto chiudere i battenti del suo Porta a Porta per volere dei vertici Rai, per via dell’ospitata di Nicola Zingaretti, all’epoca risultato positivo al virus. “Da soldato obbedisco ma è una decisione grave e pretestuosa”, ha scritto all’epoca in una nota inviata ai giornali. In questi giorni invece ha dato il suo personale addio via Facebook a Piero Gratton, amico di lunga data del giornalista. “Il professionista geniale e generoso”, ha scritto Vespa, “il gentiluomo sereno e sorridente. Il designer raffinato di tanti nostri libri fotografici. L’autore di bellissime etichette dei nostri vini. Mi mancherà un punto di riferimento affettuoso e disinteressato”. Al tempo stesso, Vespa ha voluto farsi portavoce di una notizia ricevuta da un amico, che lo ha informato dello sfogo della titolare di una trattoria in Veneto. “Un suo parente ha una trattoria in Germania con quattro dipendenti. Ovviamente chiusa”, scrive, “Il parente a inizio settimana ha fatto domanda di contributo e dopo due giorni si è visto accreditare sul conto corrente novemila euro per il mese di marzo e altrettanti ne arriveranno in aprile. Vista la somma non oso immaginare che sia un contributo a fondo perduto”. La signora in questione invece, con il contributo di 600 euro previsto dallo Stato, non solo non riuscirà a pagare gli stipendi dei dipendenti, ma non avrà nemmeno i fondi necessari per mettere tutti in sicurezza e acquistare le mascherine. Clicca qui per leggere il post di Bruno Vespa.