Il mondo del cinema è in lutto perché è morto Bruno Zanin, noto come il Titta di “Amarcord” di Federico Fellini. L’attore aveva 73 anni e, per quanto riguarda le cause del decesso, si sa poco riguardo com’è morto: si parla, infatti, di una «breve malattia». Zanin era originario di Vigonovo (Venezia), il cui sindaco Luca Martello ha voluto omaggiarlo dopo aver appreso la triste notizia, evidenziando che l’artista aveva espresso la sua «sensibilità» in diversi modi e arti, con la stessa passione e spontaneità che ritiene singolari, ma ha ricordato anche quanto sia stato «espressivo e profondo» Bruno Zanin non solo come attore, ma anche nel ruolo di conduttore.
Inoltre, il sindaco di Vigonovo ha rimarcato l’impegno umanitario dell’attore, perché viveva la sua vita alla ricerca di una soddisfazione umana che non si limitava ad ambire la fama. L’ultima parte della sua vita Bruno Zanin l’ha vissuta da «ortolano»: si definiva lui stesso così. Infatti, viveva nella valle Anzasca che era diventata la sua seconda casa.
LE TANTE VITE DI BRUNO ZANIN
Bruno Zanin ha avuto diverse vite, a partire da un’infanzia difficile: fu mandato a studiare in Piemonte per diventare prete, ma subì abusi e conobbe anche l’esperienza del carcere minorile. Nel 1973 venne notato per caso a Cinecittà da Federico Fellini, che lo scelse per il ruolo di Titta in Amarcord, film che ottenne il premio Oscar come miglior film straniero. A proposito delle sue vite, Bruno Zanin aveva raccontato di non percepire una pensione proprio per i film con Federico Fellini. Scoprì, infatti, che il produttore Cristaldi non gli aveva fatto firmare contratti da attore, ma da giardiniere per un tennis club della Liguria, quindi gli mancavano diversi anni di contributi Enpals.
L’attore, come riportato dalla Stampa, raccontò che quindi dovette fare di tutto nella vita, anche il muratore. A proposito dei suoi tanti lavori, è stato anche giornalista, perché negli anni ’90 diventò corrispondente di guerra per Radio Vaticana e raccontò la drammatica guerra dei Balcani. Invece, dopo il trasferimento in valle Anzasca divenne scrittore.
NESSUNA CERIMONIA PUBBLICA PER BRUNO ZANIN, COME È MORTO?
Oggi la notizia della sua morte, ma non ci sarà nessuna cerimonia pubblica per ricordarlo: lo ha deciso la sua famiglia, stando a quanto riportato da Eco Risveglio, secondo cui il corpo verrà cremato e le ceneri disperse nello stesso posto in cui furono disperse quelle di un amico. Il giornale cita i figli, i quali hanno spiegato che questa è stata la volontà del padre: visto che quando era giovane aveva fatto il suo primo viaggio importante con quell’amico in autostop, allora vorrebbe farsi anche l’ultimo viaggio importante con lui. Quindi, i figli di Bruno Zanin chiedono a chi vuole ricordarlo di non mandare carte, fiori o corone, perché il padre avrebbe preferito una donazione benefica a Save the Children Italia.