Tanti i temi affrontati da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nell’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Impossibile non partire dall’analisi del trend dei nuovi contagi da coronavirus, che ha visto ieri registrare altri 1700 casi di positività nell’arco di 24 ore: “I dati di questi giorni sono dovuti ai comportamenti di agosto. Però rispetto ad altri Paesi europei, il numero di casi è ancora più contenuto. Se vogliamo che non salgano e che la curva abbia un aggiustamento positivo dobbiamo inserire stabilmente nella nostra vita quotidiana le oramai note regole dell’igiene delle mani, personale e degli ambienti, del distanziamento interpersonale e dell’uso delle mascherine. Non paura, servono invece attenzione, consapevolezza e saper convivere con questo virus”. Brusaferro ha spiegato anche come interpretare l’incremento dei ricoveri in terapia intensiva: “Più si allarga la platea dei positivi più emerge l’iceberg dei pazienti gravi. Anche questo fenomeno però è la conseguenza della crescita delle infezioni estive. È l’apice di una piramide che può essere modificata. Allo stato attuale non c’è allarme. La capacità di risposta del sistema sanitario è ampia e le regioni fanno fronte alle richieste di assistenza”.



BRUSAFERRO: “ANCHE ASINTOMATICI CON CARICA VIRALE BASSA CONTAGIOSI”

Nessuno scenario apocalittico sembra dunque stagliarsi all’orizzonte secondo Silvio Brusaferro: è chiaro che quasi tutto dipenderà dai comportamenti che gli italiani opporranno alla diffusione del coronavirus nelle prossime settimane. Il presidente dell’ISS ha fatto il punto anche rispetto al teorema che vuole una minore incidenza dei casi gravi dovuta all’abbassamento dell’età mediana dei contagi: “L’età media è sotto i 30 anni ma gli asintomatici sono oltre la metà. Il virus è più pericoloso in relazione all’età e alla presenza di altre patologie. La sfida da ora in poi è evitare che i giovani siano veicolo di diffusione di contagio per gli anziani e le persone fragili. Ad oggi non abbiamo elementi per affermare che la malattia sia cambiata”. Proprio sul ruolo degli asintomatici nella diffusione del contagio:”Sono portatori di virus. Ogni individuo ha la sua caratterizzazione per quanto riguarda la carica virale e la possibilità di trasmissione dipende da questo. Anche chi ha bassa carica virale però può contagiare. Dunque non si può prescindere da comportamenti corretti a cominciare dalla quarantena”.



BRUSAFERRO: “RITORNO NEGLI STADI? NON CI SONO LE PREMESSE”

Sulla riapertura della scuola, ormai dietro l’angolo, Brusaferro ha detto: “In Italia si possono ipotizzare misure di quarantena o provvedimenti restrittivi da definire a partire dalle situazioni locali. Ci sono tutte le premesse per affrontare con fiducia le riaperture, ciò non significa che non ci saranno casi e sospensioni ma senza il bisogno di bloccare il sistema. Perché la mascherina chirurgica? È uno strumento di protezione che garantisce una elevata efficacia in modo uniforme a studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. Va sottolineato che è gratuita e la struttura del commissario Arcuri garantirà la distribuzione di oltre 10 milioni di pezzi al giorno. Da sola la mascherina però non basta, servono igiene e distanziamento”. All’aperto invece la mascherina “è necessaria se non si può mantenere la distanza di almeno un metro. In situazioni di grande affollamento è corretto e direi raccomandabile indossarla. È uno strumento fondamentale”. Capitolo stadi e concerti ai tempi del coronavirus “I raduni di massa sono considerati al mondo come il massimo livello di rischio che non è legato solo all’evento. Ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone. Il Cts ritiene che allo stato attuale non ci siano le premesse per eventi con spettatori e la preoccupazione è anche quella di non sovraccaricare il sistema di altri fattori di rischi”. Chiusura sul vaccino e il suo piano di distribuzione: “È essenziale avere i dati sull’efficacia e su quale tipo di copertura immunitaria potremmo ottenere con la somministrazione dei vaccini ora in via di sperimentazione. Ognuno ha le sue caratteristiche e il piano non può prescindere da queste conoscenze. Una volta resi disponibili i risultati, comincerà la produzione e sapremo su quante dosi contare inizialmente”

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