La pandemia? Una vera e propria cesura storica che segnerà per sempre un’epoca, oltre che le nostre vite. Ne è convinto Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto Superiore di Sanità) che, intervenuto con una lettura magistrale nel corso del Congresso straordinario digitale della Società Italiana di Pediatria (SIP), ha dato una sua chiave interpretativa dell’emergenza sanitaria che da quasi un anno ha investito il modo ed è destinata anche a cambiare radicalmente non solo il nostro modo di vivere ma pure nell’approcciarci alla complessità dei fenomeni che caratterizzano la modernità. “Quella che stiamo vivendo è una cesura storica, stiamo vivendo una serie di eventi ed esperienze che rimarranno in qualche forma nella nostra memoria” ha affermato il 60enne medico ed accademico originario di Udine avvertendo anche che, una volta che tutto sarà auspicabilmente finito, “niente sarà più come prima”. Insomma, da una parte un monito e dall’altra la constatazione del fatto che il Covid-19 ha avuto la funzione di catalizzatore e acceleratore di processi che diverranno sempre più rilevanti.

BRUSAFERRO (ISS), “DOPO LA PANDEMIA NULLA SARA’ COME PRIMA PERCHE’…”

Infatti secondo Brusaferro basta pensare a “tutte le forme di didattica e di comunicazione a distanza, di teleassistenza e robotica che stanno diventando parte del sistema: un’eredità che possiamo sfruttare anche in prospettiva futura”. Durante la lettura tenuta al Congresso che si terrà fino a domani, il presidente dell’ISS, uno dei volti che l’opinione pubblica ha imparato a conoscere meglio nei mesi della pandemia, ha pure ricordato come il nuovo Coronavirus e le sue modalità di diffusione occupano molto del tempo degli scienziati che cercano ogni giorno di conoscere meglio il Covid-19: “Ma, accanto a questa abbiamo quella che viene chiamata dall’OMS una infodemia, ovvero la circolazione di una quantità di informazioni, le più diversificate e spesso non validate, quando non addirittura chiaramente fallaci” ha poi ammonito, sottolineando come le fake news si diffondano in modo… virale. “Ciò rende particolarmente complesso conoscere ciò che sta avvenendo e avere un’informazione obiettiva” ha aggiunto spiegando che in campo medico non si viene preparati a fronteggiare le infodemie e che conoscere questi nuovi fenomeni è importante per fornire un servizio migliore ai pazienti.