Il numero uno dell’Istituto superiore di sanità (Iss), il professor Silvio Brusaferro, invita la popolazione a non rilassarsi, nonostante l’avvio della campagna vaccinale. Del resto i casi covid sono ancora molto alti, e da giovedì 7 gennaio riapriranno le scuole in tutta Italia. “Non è il momento di rilassarsi – le parole di Brusaferro, intervistato quest’oggi dal Corriere della Sera – tutti i dati mostrano che l’epidemia non è finita, è ancora in una fase molto pericolosa. Abbiamo però imboccato la strada per controllarla grazie ai vaccini”.
E in merito proprio alla data fatidica del 7 gennaio, quando tra l’altro terminerà la zona rossa, il professore specifica: “Il 7 gennaio sarà possibile tornare alla vita normale? Andiamoci piano. Come si può parlare di ritorno alla vita normale! Viviamo in una pandemia, il virus circola diffusamente nel nostro Paese e i servizi sanitari sono sotto stress”. A preoccupare è in particolare l’andamento dell’indice Rt “che indica la velocità di riproduzione del virus, sta di nuovo risalendo e il numero dei nuovi positivi rimane elevato. Vediamo inoltre che lo stesso avviene negli altri Paesi europei dove le curve sono in crescita e questo mal comune deve metterci in guardia”.
BRUSAFERRO: “OGNI VIOLAZIONE LA PAGHIAMO CARA”
Secondo Brusaferro non è il momento di farci illusioni, e la situazione richiede ancora grande attenzione, evitando che la curva riparte nuovamente “e questo si può fare adottando con rigore e sistematicamente le misure di prevenzione che ormai gli italiani conoscono: mascherina, distanziamento, igiene delle mani, no assoluto agli assembramenti. Ogni violazione purtroppo si paga a caro prezzo. Il virus non fa sconti”. Più specificatamente parlando della scuola: “Va salvaguardata per il suo valore educativo e sociale. All’interno del sistema scolastico i protocolli adottati sono rigorosi ma bisogna tener conto che i rischi sono legati anche a tutto ciò che ruota attorno a questo mondo. Le scelte future non potranno prescindere dalla limitata resilienza del nostro sistema sanitario”. Infine sul vaccino anti-covid: “Il vaccino è un segnale positivo di grande speranza però per i prossimi mesi dovremo continuare a mantenere uno stretto controllo dei comportamenti individuali e sociali. Il ragionamento ‘vabbè, ora c’è il vaccino e allora posso riprendere a fare come prima’ non è corretto. Al contrario, pensarla così finisce per favorire la circolazione del virus”.