Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e portavoce del Comitato tecnico scientifico, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Stampa” per fare il punto della situazione sulla pandemia di Coronavirus nel nostro Paese. L’esperto, innanzitutto, non si è detto ottimista o pessimista circa il trend attuale dei contagi anche se la versione di chi dice “se prendo l’infezione non succede niente”, secondo il professore “oggi non possiamo più accettarla. Sappiamo infatti che c’è il fenomeno del Long Covid o persistenza di sintomi e riduzione della funzionalità di alcuni organi, che riguarda percentuali che vanno dal 2% al 13% della popolazione che ha avuto l’infezione”.

Brusaferro ha rimarcato poi che i vaccinati hanno molte meno possibilità di contrarre l’infezione e quindi anche di trasmetterla, dal momento che i dati italiani evidenziano un’efficacia dell’88%. In questa prospettiva, la certificazione verde “consente di vivere con maggiore serenità certe situazioni di vita sociale, soprattutto in ambienti chiusi”. Immancabilmente, il pensiero corre alla scuola, con la Dad che, alla luce di queste parole, potrebbe essere necessaria anche per gli studenti vaccinati in caso di contagio in classe: “Nei contesti scolastici, quando si verificano casi, i dipartimenti di prevenzione fanno le indagini epidemiologiche e sulla base di queste danno le indicazioni per eventuali quarantene. Stiamo anche vivendo una fase nuova grazie ai progressi nelle percentuali di vaccinati e questo potrà consentire di fare più avanti nuove valutazioni”.

BRUSAFERRO: “ZONE GIALLE? NON HO LA SFERA DI CRISTALLO, MA…”

Su “La Stampa”, Brusaferro ha risposto anche alla domanda sul rischio del ritorno in zona gialla da parte di alcune regioni italiane, affermando di non possedere la sfera di cristallo, ma di sapere che, completando il ciclo vaccinale, il rischio di infezione si riduce dell’88% e di oltre il 95% quello di contrarre forme gravi di malattia che portano al ricovero o, peggio, al decesso. È però altrettanto vero che “la Delta, in situazioni di affollamento e assembramento, si diffonde molto più efficacemente. Per questo la situazione dei nostri ospedali dipenderà anche da quanto saremo prudenti e da quanto velocemente ci vaccineremo”.

Con il ritorno delle vacanze, peraltro, potrebbe palesarsi un effetto boomerang sui contagi: l’intervistato ha sottolineato che nei Paesi meta di vacanze si registra una circolazione molto forte del virus. La raccomandazione è quindi quella di “mantenere alta la prudenza” e diquarantenarsi e fare il test quando si è entrati in contatto con un positivo, aiutando le autorità sanitarie nel tracciamento. Si tratta di senso civico”. Infine, la terza dose sarà necessaria sicuramente “per gli immunodepressi che hanno una risposta più debole e per i quali si stima opportuno un richiamo a 6-7 mesi dal completamento del ciclo vaccinale”.