CAOS A BRUXELLES CON IL SINDACO CHE MANDA LA POLIZIA A BLOCCARE L’EVENTO DEI CONSERVATORI
Era iniziata blindata e con il cordone esterno della polizia la convention delle destre europee a Bruxelles, evento che riuniva esponenti da FdI al Fidesz ungherese fino ai conservatori di Nigel Farage in Uk: peccato che nel giro di qualche ora si è tramutato il il tutto in un caso politico (e anche diplomatico) per l’intervento di forza della polizia mandata dal sindaco (socialista) del sobborgo della Capitale europea per interrompere la kermesse. L’incontro del “National Conservatism Conference” organizzato da Farage vedeva in platea, tra gli altri, il Premier Viktor Orban, il politico della destra francese Eric Zemmour, l’ex Premier polacco Mateusz Morawiecki e l’ex ministra dell’interno britannica, Suella Braverman.
In pochi minuti però gli agenti di polizia circondano la sede dell’evento e interrompe l’incontro facendo rispettare un’ordinanza siglata dal sindaco che chiedeva la chiusura della conferenza della destra Ue sulla base di «pericoli alla sicurezza pubblica». Già spostata più volte di sede prima di approdare all’hotel Claridge di Saint-Josse, appena fuori Bruxelles, la convention è stata sospesa per diverse ore prima di far riprendere i lavori ma senza più far entrare nessun visitatore e pubblico all’interno della sala. Secondo il sindaco di Saint Josse, Emir Kir, l’ordinanza intendeva vietare l’evento «per garantire la sicurezza pubblica. A Etterbeek, Bruxelles City e Saint-Josse l’estrema destra non è la benvenuta».
SGOMENTO MELONI E ORBAN, FARAGE: “ATTO DA COMUNISTI”. PREMIER BELGIO CONDANNA LA SCELTA DEL SINDACO
Pieno sgomento viene espresso dall’Italia con il partito di Giorgia Meloni, così come gli altri leader europei presenti a Bruxelles alla convention dei conservatori europei; bloccare la kermesse, denuncia un furente Nigel Farage al Telegraph, è una «forma moderna e aggiornata di comunismo nella quale non è consentita alcuna opinione alternativa. Qui non c’è alcun pericolo di ordine pubblico: basta dare un’occhiata a chi c’è nella stanza, queste sono persone eminentemente rispettabili». Già negli scorsi giorni la pressione esercitata dal sindaco socialista di Bruxelles, Philippe Close, aveva fatto spostare l’evento di Nat-Conservatism, in un clima che definire illiberale è dir poco: «La polizia belga ha deciso di chiudere il ‘National Conservatism’ a Bruxelles, solo due ore dopo l’inizio della conferenza. Credo che non potessero più sopportare la libertà di parola. L’ultima volta che hanno voluto mettermi a tacere con la polizia è stato quando i comunisti mi hanno mandato (gli agenti) nell’1988. Non ci siamo arresi allora e non ci arrenderemo nemmeno questa volta», denuncia su X il Premier d’Ungheria.
Furente contro il sindaco di Bruxelles e dei sobborghi appena attorno è intervenuto il Premier del Belgio, Alexander De Croo (Partito Liberale) dopo la “censura” attuata dalla polizia contro l’evento della destra europea, pur lontana politicamente dalle simpatie del Presidente: «quello che che è successo oggi al Claridge è inaccettabile», scrive sui social il Premier, aggiungendo «L’autonomia comunale è una pietra miliare della nostra democrazia, ma non può mai annullare la Costituzione belga che garantisce la libertà di parola e di riunione pacifica dal 1830». Arrivare a vietare le riunioni politiche, tra l’altro legali e autorizzate, conclude De Croo, «è incostituzionale, punto e basta». La Premier italiana, leader dei Conservatori e Riformisti Ue (ECR), si è fatta sentire in serata ieri con un breve ma netto comunicato: «Quanto sta accadendo a Bruxelles ci lascia increduli e sgomenti. Ho chiesto immediatamente al primo ministro belga Alexander De Croo di seguire quanto stava accadendo e lo ringrazio per la sua tempestiva e chiara presa di posizione contro l’odiosa oppressione della libertà di espressione», conclude Giorgia Meloni.