Bruxelles estenderà alcuni dei vantaggi del mercato unico dell’Ue ai Balcani occidentali e aumenterà i finanziamenti in un periodo in cui la regione sta affrontando una pesante instabilità. Ad annunciarlo, come riportato dal Financial Times, è stata la Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea, in particolare, ha affermato che i Paesi in attesa dell’adesione potrebbero essere integrati nel settore del digitale, in aree come l’e-commerce o la sicurezza informatica, e beneficiare di scambi agevolati di merci e pagamenti.



“Il nostro obiettivo comune è accelerare il loro viaggio verso l’Unione europea. Non basta dire che la porta è aperta. Dobbiamo anche assumerci la responsabilità di avvicinare molto di più a noi gli aspiranti membri del nostro gruppo”, queste sono state le parole pronunciate da Ursula von der Leyen nel corso di una conferenza a Bratislava. L’allargamento verso i Balcani, nella realtà dei fatti, è tuttavia in una fase di stallo da quando è stata ammessa la Croazia dieci anni fa. Bosnia-Erzegovina, Albania e Macedonia del Nord devono ancora avviare i colloqui di adesione, mentre Serbia e Montenegro hanno avviato i negoziati ma sono ben lontani dall’entrare nel blocco.



Bruxelles estenderà vantaggi di mercato unico Ue ai Balcani occidentali: le reazioni

I Paesi del Balcani occidentali hanno accolto con entusiasmo l’annuncio di Ursula von der Leyen secondo cui Bruxelles estenderà loro i vantaggi del mercato unico dell’Ue. Dimitar Kovačevski, Premier della Macedonia del Nord, ha definito la presidente della Commissione europea come “un grande alleato”, ma ha insistito sul fatto che si sarebbe dovuto contribuire prima a ridurre il divario di ricchezza tra la sua regione e i membri del gruppo, soprattutto dopo avere visto quali sono stati i benefici dell’inclusione per lo più di ex Stati comunisti nel 2004.



Albin Kurti, Primo Ministro del Kosovo, ha affermato che l’arrivo di più fondi da parte dell’Ue “è certamente una buona notizia” e che “l’Ue è il destino che dovremo abbracciare”. Il suo Paese, tuttavia, è quello più lontano da un potenziale ingresso. Attualmente infatti non ha ricevuto neanche lo status di candidato, dato che la sua indipendenza deve ancora essere riconosciuta dalla Serbia e da una alcuni altri Stati.