Roberta Bruzzone, sul suo canale YouTube, ha parlato del caso della morte di Luana Costantini e della madre Elena Bruselles, rinvenute cadavere lo scorso 19 gennaio nella loro abitazione a Monte Mario, a Roma. La ottantatreenne è stata trovata quasi mummificata, mentre la cinquantaquattrenne era in avanzato stato di decomposizione. Le indagini degli inquirenti, nell’attesa dei risultati delle autopsie, si stanno concentrando sullo sciamano Paolo, con cui la donna aveva una relazione, e sul suo amico Marco. Entrambi vivevano con le due vittime da circa un anno.
“I due uomini raccontano di essere andati via dalla casa alla fine di dicembre 2022 e che entrambe le donne erano vive ed in buone condizioni di salute”, ha ricostruito la criminologa. “Paolo e Marco negano di essere stati a conoscenza della morte di Elena. Le date, tuttavia, non combaciano. La madre è morta almeno un mese prima del ritrovamento. Luana inoltre in base alle testimonianze dei conoscenti aveva delle chiare problematiche di tipo psichiatrico e stava scivolando verso uno scompenso psicotico sempre più grave. Non riusciva a badare alle incombenze più quotidiane, per cui è abbastanza discutibile che stesse bene”. Inoltre, ci sono delle chat che smentiscono i diretti interessati, in quanto si parla del decesso dell’ottantatreenne.
Bruzzone: “Morte Luana e Elena? Setta non c’entra”. Le responsabilità di Paolo e Marco
Marco, l’uomo che viveva insieme a Luana Costantini e della madre Elena Bruselles nella loro abitazione, ha rivelato di essere andato via poiché minacciato da una setta. “L’uomo sostiene che Luana fosse prigioniera di questa organizzazione, non si capisce di che collocazione, e che queste persone avrebbero avuto libero accesso alla casa. Inoltre, fa intendere che erano interessati a lei e che sono coinvolti nella sua morte. Di ciò, tuttavia, non risulterebbe alcuna traccia. Non esistono elementi che rendono credibile questa ipotesi”, ha commentato Roberta Bruzzone.
La ricostruzione del dramma da parte della criminologa è dunque diversa. “La vicenda è principalmente legata alla sofferenza psichica e alla solitudine ed ha come protagonisti Luana, Paolo alias lo sciamano e l’amico Marco. La donna viveva una condizione di fragilità importante di Luana, che verosimilmente ha portato ad uno sfruttamento sotto diversi profili, tra cui quello economico. Lasciarla da sola all’interno dell’abitazione dopo la morte della donna è un gesto molto grave. Avrebbero potuto anche fare una banale telefonata alla Polizia o al 118, in maniera trasparente. Non saremmo qui a parlare del suo decesso”. La Procura, in tal senso, ha aperto una indagine contro ignoti per morte in conseguenza di altro reato. “Le eventuali altre ipotesi di reato possono essere molto diverse tra loro. Mi auguro che se ci sono delle responsabilità penalmente rilevanti, vengano riconosciute e attribuite ai colpevoli. Dovremmo cercare tutti di essere più sensibili a ciò che accade attorno a noi”, ha concluso.