Il diritto di opporsi, storia vera di Bryan Stevenson e Walter McMillian raccontata nel film

Bryan Stevenson e Walter McMillian, avvocato e suo assistito, sono i protagonisti della storia vera che ha ispirato il film Il diritto di opporsi, diretto da Destin Daniel Cretton e in onda questa sera su Canale 5 dalle 21.20. La trama racconta una vicenda che scosse l’America e il suo sistema giudiziario sul tavolo della battaglia contro ingiustizie e razzismo portata avanti a un passo dalla condanna a morte di McMillian per un omicidio che non ha commesso.



Quella dell’avvocato Bryan Stevenson è la parabola di un uomo diventato famoso negli Stati Uniti per le sue lotte nel nome della legalità e per il suo coraggio di non arrendersi davanti al peggiore dei verdetti. Attivista per la giustizia sociale e fondatore di Equal Justice Initiative, dopo la laurea a Harvard ha deciso di usare le sue competenze per difendere i cittadini dai casi di malagiustizia a sfondo razziale. E sarà proprio il primo caso della sua carriera, quello di Walter McMillian accusato di aver ucciso la 18enne Ronda Morrison, in Alabama, a consacrarlo come uno dei volti di punta della lotta degli afroamericani contro discriminazione e disuguaglianza. Sotto la sua assistenza legale, almeno 130 persone avrebbero evitato di finire sulla sedia elettrica.



Bryan Stevenson e Walter McMillian, chi sono i due protagonisti del film Il diritto di opporsi

1989, Alabama. Bryan Stevenson, classe 1959, è fresco di laurea in Legge a Harvard e ha assunto la difesa di un afroamericano accusato dell’omicidio di una 18enne, Ronda Morrison. Lui è Walter McMillian, finito a processo come unico sospettato del delitto e condannato alla pena capitale. Detenuto nel braccio della morte, McMillian viene incastrato dalla testimonianza di un pregiudicato che poi si rivelerà falsa. Un castello di accuse montato nonostante le prove a suo favore lo catapulta al centro di un caso che, al suo legale, appare da subito montato per questioni legate al colore della sua pelle anziché fondato su elementi concreti.



La battaglia che ne segue in tribunale è al centro del film Il diritto di opporsi, pellicola tratta dal romanzo autobiografico di Bryan Stevenson intitolato Just Mercy. Nel tortuoso percorso per avere giustizia e verità per il suo assistito, e per la stessa vittima dell’omicidio che gli è contestato, Bryan Stevenson si trova davanti a un muro di pregiudizi apparentemente insormontabile. Il pregiudicato che avrebbe incastrato McMillian confessa poi di aver subito pressioni e minacce per rendere la sua falsa testimonianza. Ottenuto un nuovo processo sulla base di questa e altre prove dell’innocenza del suo assistito, Bryan Stevenson incassa la conferma della pena di morte ma non perde la fiducia nella giustizia e continua a combattere. Alla Corte Suprema dell’Alabama chiede di far cadere le accuse, posizione sostenuta inaspettatamente anche dal procuratore: per Walter McMillian, anni dopo l’inizio della sua ingiusta detenzione, è la chiave per la libertà.