Guarda un po’ chi si rivide: bentornato rendimento. Stiamo parlando della ritrovata sostanza in dote ai titoli di Stato domestici. Ieri, al termine delle rispettive aste, sono stati comunicati i rendimenti di ciascuna emissione di Btp italiani: gli otto miliardi di euro assegnati sul mercato hanno visto un incremento sostanziale dei loro ritorni. Lo spettro delle scadenze offerte è stata ampia: alla prima tranche di un titolo a 3 anni si sono inoltre visti il 7 e il classico decennale; a questi, si sono aggiunti i “più lunghi” a 20 e 30 anni. Soddisfacente il rapporto di copertura (oltre il punto e mezzo) che ha accomunato la complessiva offerta da parte dello Stato italiano: dall’1,52% (Btp a 3 anni) all’1,89% (Btp a 10 anni) per giungere attorno all’1,70% per le restanti emissioni.
Sul fronte dei rendimenti, ben consapevoli dei recenti periodi di magra, il premio in dote all’investitore non potrebbe essere nulla di che più favorevole soprattutto sulla parte breve: i 3,75 miliardi a tre anni hanno visto riconoscere un rendimento lordo dell’1,32% agli assegnatari del titolo che, in cosiddetti “soldoni”, rappresentano un aumento di 75 punti base. Anche sui titoli a 7 e 10 anni si è potuto assistere ad un incremento di rendimento (lordo al 2,04%) ovvero un margine in salita di 54 punti base. Infine i sottostanti a 20 e 30 anni con rispettivamente yield to maturity (YTM) a 2,69% e 2,89% che riportano indietro le lancette dei ritorni in conto capitale ad almeno due anni orsono.
Questi nuovi “premi incassati” dai risparmiatori non potrebbero che giungere nel momento più opportuno. A breve la Presidente della Bce Christine Lagarde si pronuncerà in uno dei suoi consueti appuntamenti di natura monetaria e, fin da ora, si potrebbe già “scommettere sul sicuro” in merito agli scenari in ottica futura che non si riveleranno dei più agevoli. Apprendere dalla stessa Governatrice che il momento è difficile e pertanto serviranno interventi maggiormente significativi e mirati soprattutto tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023 non sembra un azzardo.
Ovviamente le sue parole detteranno l’agenda e gli umori finanziari delle prossime giornate. Pertanto, guardando ai soli interessi di portafoglio, colui che sta beneficiando, e potrà beneficiare, dei rendimenti aggiudicati attraverso i nostri titoli di Stato, questa volta dovrebbe (non potrebbe) ritenersi soddisfatto. In tale atmosfera di ritrovata soddisfazione, chi si trova a godere di maggior valore aggiunto è sicuramente il detentore di titoli a breve termine (rif. Btp con scadenza a tre anni): un plus che potrebbe essere inteso come inaspettato e fin troppo allettante se analizzato mediante una rigida comparazione quantitativa attraverso i numerosi rapporti matematici-finanziari che i desk operativi mettono a disposizione degli operatori.
Ci troviamo di fronte a un premio eccessivo? Un riconoscimento non dovuto? Difficile immaginare come uno Stato, in questo caso l’Italia, possa “regalare” soldi alle persone: soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo. Detto questo, se vi fosse un prossimo riallineamento dei corsi da parte del mercato nei confronti dello stesso titolo in questione, il risparmiatore potrebbe agire di conseguenza capitalizzando il rendimento ancor prima della scadenza naturale.
Con semplice curiosità staremo a vedere. Nel frattempo, è bene, molto bene, godere del momento e, tralasciando potenziali scenari, rimaniamo in ascolto delle parole della Governatrice Lagarde.
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