Il via alle sottoscrizioni del Btp Italia è stato dato oggi, lunedì 6 marzo. I nuovi titoli di Stato saranno emessi fino a giovedì 9 marzo. Il tutto in due fasi. La prima, fino a mercoledì 8 (a meno di una chiusura anticipata), sarà rivolta ai risparmiatori individuali; la seconda, dalla mattina del 9 marzo, invece, interesserà gli investitori istituzionali. Le operazioni potranno avvenire direttamente on-line, attraverso qualsiasi sistema di home banking abilitato alle funzioni di trading, oppure tramite lo sportello o un Ufficio Postale abilitato.
Per coloro che ancora non ne fossero a conoscenza, i Btp Italia sono i primi titoli di Stato indicizzati all’inflazione italiana, con cedole semestrali e durata pari a 4, 5, 6 e 8 anni. Essi sono pensati soprattutto per le esigenze dei risparmiatori e degli investitori retail. Quelli emessi in questa prima finestra del 2023 hanno scadenza marzo 2028 e un rendimento lordo annuo minimo garantito del 2%. L’ammontare minimo acquistabile è di 1.000 euro con i suoi multipli successivi. Il titolo può essere venduto sul mercato secondario e chi lo conserva fino alla sua scadenza naturale viene assicurato un premio dell’8 per mille a scadenza.
Btp Italia, via alle sottoscrizioni da oggi: il rendimento
Il rendimento lordo annuo minimo garantito del Btp Italia, le cui sottoscrizioni si sono aperte oggi, lunedì 6 marzo, è come detto del 2%. Quello effettivo, tuttavia, potrebbe essere di molto superiore. Negli ultimi 8 anni, come evidenziato dal Corriere della Sera, infatti, è arrivato anche a superare il 20%. È il caso dei titoli emessi nell’aprile del 2015 e che arriveranno a scadenza il prossimo aprile 2023. Essi garantiranno 210 euro lordi in più a coloro che hanno investito 1.000 euro. Le cifre ad ogni modo dipendono dall’inflazione, a cui i titoli sono agganciati. Dato che il picco è ormai alle spalle, per questo motivo, chi si aspetta delle maxi cedole rimarrà deluso.
I piccoli risparmiatori che hanno deciso di sottoscrivere uno o più titoli nella prima giornata sono stati comunque tanti: si sono registrati ordini per 3,6 miliardi di euro, superiori ai 3,2 miliardi dell’ emissione di metà novembre (per un totale di contratti sottoscritti pari a 132.334).