Corsi e ricorsi storici, solo italiani e per solo gli italiani. Sono trascorse quarantotto ore dal nostro commento sull’importanza del fattore tempo. Un’incognita che, soprattutto in ambito finanziario, può rappresentare un elemento di ulteriore rischiosità se non ben consapevolizzato attraverso, quando possibile, una valutazione ex ante. In assenza di quest’ultima, l’unico possibile destino vede l’investitore abbandonarsi nelle braccia della madre di tutte le incognite. Il tempo. Viceversa, qualora fosse definito (ben definito) il cosiddetto orizzonte temporale, “il futuro” subirebbe un mutamento che, molto raramente, vede capovolto il paradigma di fondo ovvero: un ignoto non più come astrazione dettata dal caso, dall’imprevisto, dal vuoto, bensì un ignoto che assume una forma, una sostanza, un limite. Il tutto, oggettivamente misurabile.
Come detto, questa auspicabile opzione è rara e, finanziariamente parlando, risulta intrinsecamente impossibile ricercarla con l’assoluta certezza. Talvolta, però, viene servita su un “piatto” che, prescindendo dal materiale dello stesso, non vedrebbe alcun argento, ceramica o plastica quali possibili elementi per intaccare la bontà del “pasto”. Ieri, menù alla carta, il pranzo è stato servito. Una vera prelibatezza, realizzata dalle mani esperte di uno chef che, seppur non stellato, ha decisamente colto nel segno. Una sublimazione dei sapori. Grazie.
Scusandoci per questo rimando culinario torniamo immediatamente alle nostre consueti argomentazioni che, prive di un appagamento sensoriale del gusto riscontrano, però, un soddisfacente bisogno se finalizzate a una migliore gestione delle finanze personali. Ieri, la tanto attesa terza emissione del titolo di Stato Btp Valore ha mostrato le sue reali caratteristiche. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il comunicato n. 27, ha illustrato l’intera struttura cedolare (cedole nominali pagate trimestralmente) concernente i tassi minimi garantiti della nuova emissione con scadenza sei anni che vedrà come destinatari (da lunedì 26 febbraio a venerdì 1° marzo – fino alle ore 13.00 – salvo chiusura anticipata) esclusivamente i piccoli risparmiatori (cosiddetti investitori retail): 3,25% per i primi tre anni, mentre, per i restanti, la percentuale vede un incremento attestandosi a un 4% all’anno.
Come consuetudine, «Al termine del collocamento verranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti al rialzo, in base alle condizioni di mercato del giorno di chiusura dell’emissione». Coerentemente alla precedenti emissioni, anche per quest’ultima è previsto un premio finale extra (per coloro che assegnato il titolo lo detengono fino alla scadenza) pari allo 0,7% del capitale investito: in rialzo rispetto al passato (0,5%). Dal punto fiscale nessuna sorpresa o improbabile incomprensione: «consueta tassazione agevolata per tutti i titoli di Stato al 12,5% su cedole e premio fedeltà, l’esenzione dalle imposte di successione, oltre che – come previsto dalla legge di bilancio per il 2024 – l’esclusione dal calcolo Isee, al completamento dell’iter di attuazione della misura». Sul versante del potenziale investibile: «L’investimento minimo è pari a 1.000 euro e non sarà applicato alcun tetto massimo assicurando la completa soddisfazione degli ordini, salvo la facoltà da parte del Ministero di chiudere anticipatamente l’emissione nelle modalità indicate nella scheda informativa consultabile sul sito del Mef e del Dipartimento del Tesoro alla sezione Debito Pubblico (www.dt.mef.gov.it/debitopubblico)».
Riportate le caratteristiche della nuova emissione, come consuetudine, ora è opportuno contestualizzarne l’effettiva valenza. Ieri, al termine della seduta di borsa, Ansa riportava: «Lo spread tra Btp e Bund chiude in calo a 143 punti, rispetto ai 146 punti della vigilia, toccando nuovi minimi da febbraio del 2022. In forte calo i rendimenti dei titoli di Stato europei con il Btp che cede 11 punti base al 3,79% e quello tedesco in flessione di 8 punti al 2,36%. Scendono anche i tassi della Spagna al 3,24% (-9 punti) e della Grecia al 3,39% (-10 punti)». Accantonato il buon umore per l’andamento del sempre temuto spread quello che, invece, interessa è riconducibile al rendimento del tradizionale benchmark decennale: 3,79% annuo. Da tenere a mente.
Definito il perimetro, ora, passiamo alla più circoscritta area di appartenenza relativa a questo nuovo Btp Valore ossia la curva dei rendimenti a 6 anni che, sempre ieri, evidenzia un valore medio al 3,39% annuo. Calcolatrice alla mano e semplificando il tutto: considerando le sole cedole minime attualmente previste il rendimento medio corrisponde ad un 3,625%. Incorporando, invece, anche il premio finale extra, la redditività complessiva lievita a quota 3,742%. Siamo consapevoli di questa estrema semplificazione, ma, volutamente, abbiamo presentato i cosiddetti conti della serva.
Vorremmo evitare un commento sull’ovvia considerazione che deriva da questa plastica comparazione, ma, se proprio dobbiamo esporci lo faremo dicendo questo: il pranzo è servito. Il conto è già stato pagato. Lasciare degli avanzi sarebbe un gesto di maleducato spreco.
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