Mancano poche ore per scoprire la principale caratteristica del nuovo Btp la cui denominazione lo identifica al pari di un predestinato. Una vigilia, quella di oggi, che può vantare di una già ampia offerta di titoli collocati nei giorni scorsi. Un’attesa, quella odierna, da ricompensare adeguatamente attraverso un rendimento “sopra le righe” che, tenuto conto della realtà debitoria del nostro Paese, non potrà comunque essere mai abbastanza. Btp Valore è la completa descrizione dell’emissione che verrà collocata da lunedì 5 a venerdì 9 giugno (fino alle ore 13:00). E proprio di questo valore i risparmiatori vogliono godere e trarne il massimo beneficio possibile.
Purtroppo, a farne le spese saranno le casse dello Stato, ma, talvolta, è (forse) giusto così. Dal punto di vista dell’offerente (lo Stato per il tramite del Governo) sarebbe interessante assistere a una cosiddetta discontinuità rispetto alla recente dinamica dei rendimenti che, beneficiando della politica monetaria della Presidente Christine Lagarde, ha visto riportare abbondantemente l’asticella del quantum oltre la soglia del tre per cento (lordo). Concretamente, all’ormai neonato Btp, viene chiesto un qualcosa in più: oltre al previsto premio extra finale di fedeltà (0,5% per chi lo acquista durante il collocamento e lo detiene fino alla scadenza), riteniamo indispensabile un ulteriore gesto caritatevole poiché, come detto, al resto ha pensato la Bce.
Parallelamente, però, è necessario constatare come questa abundantia (già in dote) stia subendo se stessa: mediante un appiattimento della medesima curva, infatti, la differenza di rendimento tra le singole scadenze risulta impercettibile soprattutto se ci si sofferma a una duration non superiore ai cinque anni: dal 3,55% al 3,65% è il range lordo per i Btp a uno e cinque anni.
Per ambire, invece, alla soglia psicologica del quattro per cento (ovviamente sempre lordo) è necessario traslare nel futuro la nostra attesa e traguardarsi a una scadenza di otto anni (4,02%). Oltre quota 4,5% è obbligatorio contrarre matrimonio (senza divorziare) con lo Stato italiano per almeno 15 anni. Guardando, invece, alla scadenza benchmark decennale, il mercato attualmente prezza un rendimento di poco superiore al 4,15%. Quanto finora sintetizzato rappresenta il principale spettro temporale riconducibile a un cosiddetto lungo (o forse lunghissimo) periodo. Sulla “contrapposta” opzione a brevissimo termine (non superiore ai 12 mesi), la recente emissione Bot semestrale con scadenza 30 novembre 2023 ha registrato un rendimento del 3,528% annuo ovvero in rialzo di venti centesimi.
Anche ieri, osservando il collocamento dei soli Btp emessi con scadenza a cinque (agosto 2028) e dieci anni (maggio 2033), i rendimenti corrisposti hanno concretizzato una sostanziale stabilità: 3,79% (+2 centesimi) e 4,24%. Poco più, invece, il Btp con durata superiore a 10 anni (novembre 2033) che, riconoscendo il 4,32%, evidenzia un calo di 9 punti base.
Complessivamente, è pur vero che, rimanendo in tema di strumenti a tasso fisso (rif. Btp), gli attuali livelli di rendimento ci riportano al 2013 per le scadenze a 10 e 30 anni, mentre, per le durate a 2 e 5 anni, i valori sono quelli del lontano 2012. Si tratta di una constatazione oggettiva, ma, è doveroso ribadirlo, tale ritorno al passato è di natura strutturale e unicamente attribuibile alla Bce e non, viceversa, a difficoltà in capo al nostro Paese.
Al nostro Paese (vedi Governo), invece, vogliamo nuovamente chiedere un gesto di inaspettata consuetudine: attraverso questa imminente emissione, cosiddetta di valore, che sia riconosciuto quel qualcosa in più rispetto al dovuto. Tralasciando le doverose metriche, in sede di calcolo dei famigerati “tassi cedolari minimi garantiti”, che lo Stato possa andare oltre (nei limiti). Che tale serie dei tassi cedolari minimi garantiti possa comunicare al pubblico valori superiori rispetto agli attuali di mercato: anche se fosse di poco, quel poco, basterebbe. Ne siamo sicuri. Contestualizzando (umilmente) una nostra proposta, ci accontenteremmo di un “minimo garantito” del 3,76-3,86% annuo: premio fedeltà incluso, si intende. Nulla di più. Chiediamo un gesto, un piccolo gesto, pur sapendo che non lo è e per lo più costa caro (anche a noi). Proviamo. Non si tratta di una nostra pretesa o forzatura, ma, come scritto nel comunicato n. 78 del ministero dell’Economia e delle Finanze, parliamo della «prima emissione del Btp Valore, il titolo di Stato dedicato esclusivamente ai piccoli risparmiatori (retail)». Parliamo di valore. E che valore sia.
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