Grazie. Si tratta di un sincero ringraziamento senza alcun intento di lusinga. Un obbligato gesto educato di riconoscenza che, talvolta dimenticato, è doveroso indirizzare a coloro che hanno dato più del dovuto. Inaspettatamente. Soprattutto di questi tempi e ancor più se si tratta di aspetti monetari.

Nessuna generosità gratuita la nostra, ma una forma di rispetto alla cosiddetta vecchia maniera. Non un ossequio. Ma un atto da gentiluomo. Un appello ai valori di un tempo. E questi valori, gran parte perduti, ieri hanno lasciato traccia in un comunicato. Il numero 89. Lo scrivente: il Ministero dell’Economia e delle Finanza. Il destinatario: «riservato unicamente al mercato retail». L’oggetto: di sicuro valore.



Nelle ultime ore, da queste pagine, abbiamo “invocato” un’accorata richiesta allo Stato italiano e al suo diretto incaricato: il Governo. Abbiamo invitato a fare qualcosa di più. Qualcosa di non dovuto e neppure scontato. Abbiamo suggerito di andare oltre. Stupirci e stupire tutti i potenziali beneficiari ovvero i risparmiatori italiani: il cosiddetto “mercato retail”.



Oggi, a seguito dei tempi tecnici previsti, possiamo scriverlo: la nostra aspettativa è stata completamente soddisfatta. Nel comunicato sopracitato, lo Stato italiano ufficializza i rendimenti minimi garantiti relativi alla nuova emissione del denominato Btp Valore: «3,25% per i primi due anni e 4,00% per i due anni finali». Un ammontare complessivo pari al 14,5% che, beneficiando di un ulteriore 0,50% (rif. «premio extra finale di fedeltà pari allo 0,5% del capitale investito» per coloro che acquistano in collocamento e detengono il titolo fino alla scadenza), porta il rendimento cumulativo finale a quota 15 punti percentuali ovvero un 3,75% medio annuo. Ovviamente, il tutto, sempre lordo. Prescindendo dal mero confronto con l’inflazione e soffermandoci, invece, sulla comparazione con quanto di già quotato e di pari tipologia (rif. Btp), il benchmarking è – oggettivamente – a favore di questo nuovo strumento finanziario.



In base alle quotazioni di ieri, la curva dei rendimenti a quattro anni ovvero il segmento accostabile alla remunerazione annua del Btp Valore (con acquisto in collocamento e mantenimento del titolo fino alla naturale scadenza, ndr), evidenziava un yield to maturity pari al 3,46%. Di fatto, il neonato Btp riporta un premio di oltre otto punti percentuali rispetto a quest’ultimo yield già in corso. Viste le cifre, possiamo serenamente parlare di valore. Estendendo, inoltre, l’approfondimento e cercando di poter ulteriormente contestualizzare questo vero e proprio valore, si può affermare come l’attuale rendimento minimo garantito previsto da questa nuova emissione vede il suo collocamento sulla parte maggiormente più lunga della curva: rispetto ai corretti quattro anni (scadenza del titolo), infatti, l’attuale YTM (yield to maturity) riconducibile al conseguimento di un finale 3,75% annuo viene individuato sulla duration a sette anni con un ritorno del 3,77%. Nella pratica: a parità di rendimento si dovrebbe rimanere investiti maggiormente (tre anni in più) o, viceversa, come nel primo caso, investendo per un arco di tempo inferiore si può godere di una rendita maggiore. Decisamente inusuale di questi tempi.

Fermo restando le caratteristiche previste dal regolamento dello strumento finanziario oggetto di prossimo collocamento («avrà luogo da lunedì 5 a venerdì 9 giugno salvo chiusura anticipata»), queste risultanze emerse comportano un implicito valore aggiunto per questa emissione. Quel valore che, alla vigilia, noi stessi avevamo contestualizzato attraverso una nostra proposta: «Ci accontenteremmo di un “minimo garantito” del 3,76-3,86% annuo: premio fedeltà incluso, si intende». Ebbene sì: almeno noi siamo decisamente soddisfatti. Pur riscontrando un rendimento finale che si colloca sulla parte inferiore della nostra auspicata forchetta (offerto il 3,75% anziché il 3,76% “richiesto”) il valore al quale ci siamo appellati è stato riconosciuto. È, pertanto, corretto ribadirlo: è un valore non dovuto, costoso per chi lo riconosce (lo Stato e tutti noi), e inconsueto. Un premio.

Un premio che dovrà essere in qualche modo restituito al mittente già in occasione della richiesta da parte del mercato. Un mercato che, questa volta, dovrà dimostrare di essere altrettanto di valore. Senza alcuna remora e senza alcun tentennamento. Lo Stato e il Governo italiano quello che dovevano offrire l’hanno fatto: il valore. Ora è obbligatorio un gesto di sana e doverosa gratitudine. Teniamone conte. Diamogli valore.

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