Cadaveri di civili in strada, tutti disarmati, alcuni mutilati, altri con le mani legate. Ma ci sono anche quelli nelle fosse comuni, i corpi senza vita minati per mietere altre vittime. Sono solo alcune delle immagini del massacro di Bucha, ribattezzata la nuova Srebrenica. Con la ritirata delle truppe russe dalla regione attorno alla capitale Kiev emergono le violenze deliberate che hanno perpetrato contro i civili. Le prime foto hanno cominciato a girare sui social media, sono arrivate in tv opportunamente sfocate per risparmiarci la crudeltà della devastazione umana. Ci eravamo abituati alle immagini degli edifici bruciati, di auto bucate dai proiettili e dei veicoli militari distrutti, ma ora ci sono quelle di fosse comuni (una anche nelle vicinanze della chiesa locale), di gente fucilata con le mani legate dietro la schiena.



Il sindaco di Bucha, 37 chilometri a nord-ovest di Kiev, ritiene che possano esserci oltre 300 morti. Molti ucraini si erano rifugiati in questi villaggi pensando che fossero aree più sicure rispetto alla capitale. La paura dei missili li ha spinti lì, dove le fanterie russe li hanno trucidati. Man mano che le immagini rimbalzavano sui social sbattendoci in faccia cosa vuol dire la guerra, qualcuno ha avuto anche il coraggio di metterle in discussione, accusando l’Ucraina di aver montato ad arte i filmati, segnalando i “movimenti” di alcuni cadaveri in realtà dovuti alla qualità delle immagini (il video originale in alta definizione non rileva anomalie).



MASSACRO A BUCHA: “BAMBINI USATI COME SCUDI UMANI”

Di fronte ad una opinione pubblica sempre più sconvolta dall’orrore di Bucha, l’Unione europea esprime sdegno, annuncia nuove sanzioni e garantisce che il tribunale dell’Aja giudicherà i crimini di guerra. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, per Human Rights Watch ci sono “prove di crimini di guerra commessi a Bucha“. Il gruppo che si batte per i diritti umani riferisce di aver intervistato una donna che ha visto le truppe russe radunare cinque uomini e sparare a uno di loro alla nuca uccidendolo. Un portavoce ha affermato di aver “documentato un evidente caso di esecuzione sommaria da parte delle forze armate della Federazione Russa a Bucha il 4 marzo scorso“. Ma di esecuzioni civili da parte dei soldati russi ve ne sono state diverse.



Il cadavere di Oleksandr Sukhenko, ex calciatore del club Seagull Second League, è stato trovato in una fossa comune vicino a Motyzhyn, nel distretto di Bucha, secondo quanto riportato dall’agenzia ucraina Unian. È stato ucciso con i suoi genitori: la madre Olga Sukhenko era il capo del villaggio di Motyzhyn, suo padre Igor Sukhenko era il presidente della squadra di calcio locale Kolos. Altri testimoni accusano i soldati russi di aver usato i bambini ucraini come “scudi umani” sui loro mezzi per proteggere i loro spostamenti, secondo quanto riportato dal Guardian. In questo modo avrebbero evitato di essere bersagliati durante la ritirata da Kiev e in altre zone del Paese. Ci sono anche racconti di passeggini sistemati davanti ai carri armati nel villaggio di Novyi Bykiv, vicino alla città circondata di Chernihiv, 100 miglia a nord di Kiev.