Cosa si nasconde dentro a un “buco nero”..? È una domanda da lasciare agli appassionati di fantascienza oppure ha a che fare anche con noi? Il 10 aprile 2019, quando è stata svelata la prima “fotografia” di un buco nero, era in corso la prima edizione della Settimana dell’Astronomia, ed abbiamo avuto subito la percezione che si trattasse di una notizia che ci avrebbe coinvolto in modo importante. Pochi anni prima un’altra scoperta aveva avuto una portata scientifica analoga, quando erano state osservate le prime “onde gravitazionali”, ovvero quelle “increspature” dello spazio-tempo predette esattamente 100 anni prima da Einstein e generate sempre da buchi neri.



Di fatto ci troviamo davanti a degli “oggetti” tra i più esotici e inesplorabili dell’universo, che iniziano a rivelarsi a noi grazie a queste due scoperte così fortemente connesse tra loro, ottenute dopo uno sforzo scientifico e tecnologico durato decine di anni con la collaborazione e il lavoro di centinaia di scienziati, fisici e ingegneri. Il razionalismo che domina il nostro tempo ci lascia immaginare che a furia di fare ricerca, sviluppare nuove tecnologie e misurare la realtà arriveremo a scoprire praticamente tutto, e non ci saranno più soprese. La realtà dice totalmente altro.



Ogni scoperta spalanca la strada ad altre domande, quello che si scopre molto spesso è diverso da quanto ci si aspettava. E allora diventa necessario rivedere le teorie fisiche e i modelli sviluppati fino a quel momento, revisione che a sua volta ci porta a sviluppare nuovi esperimenti e via così di nuovo preparandoci ad altre scoperte. Non lo decidiamo noi, a tavolino: è la realtà che si svela carica di novità a chi continua ad osservarla con occhi sempre nuovi. Per questo, per addentrarsi nella scoperta de “L’Universo invisibile. Buchi neri e onde gravitazionali” abbiamo voluto proporre questa nuova edizione della Settimana dell’Astronomia, ideata e organizzata in collaborazione con l’Associazione Euresis e INAF – Osservatorio Astronomico di Brera. In questo 2021, segnato da una comunicazione massivamente digitale, è una Settimana che si presenta tutta in digitale, allargando la possibilità di partecipare a incontri, mostre e conferenze nel nuovo spazio virtuale realizzato ad hoc dalla Fondazione.



Un ambiente virtuale che si sviluppa in uno spazio visitabile a 360°, dove dal 19 aprile per una settimana intera si potrà visitare la mostra che dà il titolo alla Settimana, si potrà assistere alle conferenze serali di approfondimento scientifico curate da Paolo D’Avanzo (INAF – Osservatorio Astronomico di Brera) e da Livia Conti (INFM – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), si avrà la possibilità di rivolgersi direttamente agli addetti ai lavori partecipando ai dialoghi raccolti nel ciclo “Quattro chiacchiere con un astronomo”. Un’attenzione particolare, in questo programma, è quella che dedichiamo alle scuole, a partire dalla possibilità di fare “visite guidate” alla mostra: insieme alle normali visite individuali (accessibili a tutti per tutta la settimana dal link presente su www.lasettimanadellastronomia.it), le classi possono prenotare una “guida” che accompagnerà passo passo studenti e insegnanti nell’avventura di esplorare i misteri dell’Universo. È la possibilità di stupirsi ancora, è la stessa occasione data a chi si affaccerà alla ricerca nei prossimi anni: c’è così tanto da scoprire, la realtà c’invita a rimetterci in cammino per «riveder le stelle».