Maturità 2024, insieme all’appuntamento annuale con l’Esame di Stato, puntualmente tornano anche le bufale e i miti da sfatare, alcuni di questi circolano da molti anni, altri invece sono stati rinnovato o inventati nell’era di internet e degli smartphone. Partendo proprio da questi ultimi, una delle fake news più diffuse è quella che si possano tenere i telefoni cellulari in postazione durante le prove scritte. Questo ovviamente è falso, visto che occorre consegnare tutti i dispositivi all’ingresso e depositarli sul banco della commissione fino a quando la prova non sarà conclusa. Pena l’esclusione dall’esame. Dai sondaggi di Skuola.net, effettuati su 1000 ragazzi che dovranno sostenere l’esame è emerso che attualmente, nonostante il maggior numero di informazioni corrette a disposizione, e le campagne sostenute per abbattere le false credenze, c’è ancora troppa disinformazione.



Infatti non solo 1 studente su 4 crede di poter fare uso di smartphone e smart watch collegato ad internet, ma alcuni pensano di non rischiare molto nel caso vengano scoperti, al massimo di avere un richiamo o una minima penalizzazione. Altro problema è quello della convinzione di poter trovare online le tracce delle prove scritte prima del giorno ufficiale. Il 16% pensa infatti che gli argomenti vengano diffusi prima e che le informazioni date su alcuni siti siano attendibili.



Maturità 2024, la bufala delle tracce delle prove scritte online e perquisizione studenti

Esame di Stato 2024, tornano anche le bufale sulla maturità che circolano da sempre tra gli studenti in procinto di sostenere le prove. Tra queste c’è il famoso toto-tracce del tema di italiano, che ogni anno tiene banco sui siti specializzati e sui social, nei quali moltissimi studenti trascorrono le ultime ore prima del giorno della prima prova alla ricerca dei titoli ufficiali del Ministero, che secondo l’80% degli intervistati possono essere scoperti in anticipo. E tengono banco anche le fake news in merito ad un presunto regime di terrore che la commissione, in collaborazione con la polizia possa attuare per evitare che i ragazzi copino o utilizzino strumenti digitali. Uno su sei ha infatti ha dichiarato di essere convinto che le forze dell’ordine possano spiare a distanza i telefonini per sapere chi sta copiando.



Inoltre ben il 38% dei maturandi ha dichiarato che ritiene possibili eventuali perquisizioni da parte dei professori, alla ricerca di oggetti e strumenti vietati. In questo caso il mito da sfatare è parziale, perchè se da una parte è vero che non è possibile effettuare queste indagini invasive, d’altra parte se qualcuno venisse beccato a copiare in flagranza, rischia seriamente di essere escluso dagli esami, oltre che una denuncia con risvolti penali.