ETTORE GOTTI TEDESCHI: “LE BUGIE DELL’OCCIDENTE HANNO PORTATO ALLA DENATALITÀ”

L’Italia è uno dei peggiori Paesi in Europa per il problema della denatalità, l’Ue è una delle zone peggiori dell’Occidente dove la mancanza di nascite già oggi segna problemi non da poco per il peso di welfare e pensioni: come ribadisce da anni ormai Papa Francesco, il crollo delle nascite va invertito nel modo più rapido possibile. Su “La Verità” l’ex presidente dello IOR, l’economista e saggista Ettore Gotti Tedeschi, prova ad andare “controcorrente” sul tema della denatalità non volendosi occupare delle gravi conseguenze che ciò comporta ma indagando invece sulle origini e cause di questa profonda crisi in cui è incappato l’Occidente.



I nostri tempi e le nostre culture sono ormai afflitte da una «lunga cecità intellettuale», denuncia l’economista: crisi economica, inflazione, materie prime, lavoro, immigrazione, intelligenza artificiale, secondo Gotti Tedeschi tutti questi problemi «la denatalità solo in Occidente». I dati sono impietosi da questo punto di vista: 50 anni fa al mondo v’erano circa 4 miliardi di persone di cui 1 miliardo in Occidente, oggi la popolazione mondiale è raddoppiata è raddoppiata mentre quella europea-Usa è rimasta identica. Il tema è che 50 anni fa l’Occidente controllava circa il 90% del Pil mondiale, oggi rassegna invece il 40-50%: «ciò spiega le ansie dell’Occidente oggi, di non perdere la leadership, ma non spiega la razionalità delle decisioni prese per risolvere il problema, dimostrando di non aver capito cosa è successo da quando ha deciso di interrompere la natalità».



“LE RICETTE OGGI LASCIANO L’OCCIDENTE ANCORA IN CRISI”: L’AFFONDO DI GOTTI

Secondo Ettore Gotti Tedeschi le colpe sono tutte interne all’Occidente dal momento in cui è stato scientemente scelto il processo di “inverno demografico”: ci si è accorti troppo tardi che così la nostra crescita generale si sarebbe congelata e non sarà la crescita dei consumi individuali a poterla “frenare”. «Ci hanno detto che eravamo troppi e che eravamo dannosi per l’ambiente»: il risultato, spiega il banchiere ex IOR, è che si è accresciuto il consumismo per il quale si è resa necessaria la delocalizzazione.



Ciò ha portato il “boom” del Pil in Asia (Cina per lo più), «deindustrializzando l’Occidente e industrializzando invece l’Oriente»: il peso di pensioni e welfare in Europa ha portato sempre più ad alzare le tasse sui risparmi, impattando in un circolo vizioso alla lunga sia sulla crescita che sugli investimenti. Gotti Tedeschi infine si scaglia contro chi ripete ancora oggi nell’ecologia “religiosa” imperante che fare figli danneggia l’ambiente: «non è vero il contrario? Non facendo figli in Occidente, ricco, colto e con economia matura, la crescita del Pil si riduce progressivamente». Questo alla lunga ha portato – per non abbassare il proprio standard di vita e comunità – a delocalizzare e investire sull’iper consumismo, «producendo il cosiddetto problema ambientale di inquinamento CO2. Ma l’origine è la denatalità per compensare la quale sono state fatte queste scelte pragmatiche e con visione a breve».