La 61a edizione del Festival internazionale del film di Locarno è stata aperta il 6 agosto con la proiezione in Piazza Grande di Ritorno a Brideshead di Julian Jarrold, tratto dal celebre romanzo di Evelyn Waugh. Stretto tra due festival come Cannes e Venezia. Locarno da sempre cerca di distinguersi dando spazio a film d’autore, a cinematografie emergenti, a titoli impegnati che normalmente non trovano distribuzione presso le grandi major del cinema. Ciò nonostante, in questi anni il festival della cittadina svizzera che si affaccia sul lago Maggiore è comunque sempre riuscito a godere di ottima stampa e ad attirare una cospicua fetta di pubblico e di operatori, specialmente piccoli produttori indipendenti e buyer di società di distribuzione attente al cinema d’autore. Niente sfilate di star dunque, niente tappeti rossi, gossip o folle di fan in delirio. La suggestiva cornice della splendida Piazza Grande, forse il più bel cinema all’aperto del mondo, ha però visto spesso anche titoli che in seguito hanno goduto di grande popolarità (uno tra tutti, il divertente Full Monty di Peter Cattaneo), anche se sembra difficile che nella presente edizione si possa ripetere un evento di tale successo. L´attuale direttore artistico, Frederic Maire, alla sua penultima edizione prima della scadenza del suo mandato, sembra prediligere film che pongano drammaticamente l’accento sulle contraddizioni della società occidentale e sulla sua storia. A riprova di questo, il premio alla carriera che verrà tributato ad Amos Gitai, artista israeliano che da sempre mette al centro delle sue opere il travagliato rapporto tra il popolo ebraico e il mondo moderno, il dramma dell’olocausto e le difficoltà intrinseche ed estrinseche dello stato d’Israele. Gitai presenta a Locarno Plus tard, con Jeanne Moreau nel ruolo di un’anziana donna ebrea francese che rivela ai suoi nipoti il dramma dei genitori deportati e uccisi dai nazisti e li invita a non dimenticare. Tributo alla carriera anche per il nostro Nanni Moretti, che non presenta un film, ma cui viene dedicata una retrospettiva di tutti i suoi titoli, a partire dal quel piccolo film in Super8, Io sono un autarchico, che nel 1976 diede inizio alla carriera del regista romano. E per parlare di altri italiani che hanno a che fare col Festival, in Piazza Grande verrà proiettato anche, fuori concorso, Lezione 21, il film che vede l’esordio alla regia di Alessandro Baricco, la cui storia ruota intorno ala creazione della Nona sinfonia di Beethoven. Inoltre nella giuria che attribuirà il Pardo d’oro, massimo premio locarnese, siede Paolo Sorrentino, che a Cannes è stato meritatamente premiato per Il divo. Peraltro, l’attenzione all’Italia di Locarno è un dato di fatto e non da oggi: i due precedenti direttori della mostra sono stati gli italiani Irene Bignardi e Marco Muller (quest’ultimo ancora riconfermato direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia). Concludiamo tornando al film d’apertura, Ritorno a Brideshead: un film tratto da un romanzo dello scrittore inglese Evelyn Waugh, ambientato nell’Inghilterra tra le due guerre, che parla di amicizia, amore, omosessualita’ e religione, in maniera acuta e drammatica e anche personale, vista la conversion al cattolicesimo dell’autore. Non rimane molto del talento di Waugh nel film: fedele e ricercato nelle ricostruzioni, azzeccato nella scelta degli attori (Michel Gambon ed Emma Thompson sopra tutti), ma anche lezioso, volutamente morboso in alcuni punti, poco comprensibile in altri, specie quelli che riguardano l’appartenenza cattolica della famiglia dei principali personaggi. E, cosa non da poco, con una scelta arbitraria che stravolge un finale molto più interessante, nel quale il protagonista ateo alla fine si converte. Cosa di cui naturalmente non c’è’ traccia nel film.
(Beppe Musicco – Sentieri del Cinema)
Guarda il trailer di Lezione 21, il primofilm di Alessandro Baricco