Occhio al titolo del film: su tutti i manifesti trovate Viaggio al centro della Terra 3D, e in effetti è il primo film interamente concepito per essere visto al cinema in visiolne tridimensionale, con gli appositi – e rinnovati: niente a che vedere con gli antichi, e scomodi, occhiali bicolori – occhialini (e spesso prezzo del biglietto maggiorato). Ma attenzione: solo in alcuni cinema (o singoli schermi di multiplex) la visione è effettivamente in 3D, perché solo pochi cinema sono riusciti ad attrezzarsi, visto il costo dei macchinari. Quindi il rischio è vedere il film nel normale 2D e sentirsi ingannati. Meglio verificare all’atto dell’acquisto del biglietto a quale proiezione si sta per accedere.

Questa premessa non mira solo a evitare delusioni allo spettatore ignaro, ma a chiarire che mai come in questo caso (ci sono stati già altri film in Italia in versione tridimensionale, d’animazione e non) tale rivoluzionario effetto speciale è funzionale alla storia del geologo interpretato da Brendan Fraser (sempre perfetto per questi ruoli d’avventura, come nella trilogia della Mummia, grazie al mix tra fisico prestante, goffaggine evidente e simpatia).

Lo studioso, in cerca della verità sulla morte del fratello cui lo univa la stessa passione scientifica, si ritrova per qualche giorno ad accudire al nipote ribelle e orfano di padre. I due sono perfetti estranei e solo per caso si ritrovano in viaggio per l’Islanda, dove si unirà alle loro ricerche – con un romanzo di Jules Verne accompagnato da appunti del fratello/padre scomparso – una giovane e affascinante esploratrice. Finiranno nei guai, nel ventre di una montagna, e da lì direttamente nel centro della Terra dove scopriranno che quel racconto era stato già vissuto in prima persona da qualcuno…

Il film è una sarabanda di emozioni, colpi di scena, fughe a rotta di collo da un pericolo improvviso (un dinosauro affamato, tra gli altri). Non c’è solo azione ma anche molto umorismo e anche un pizzico di sentimento, non solo tra lo studioso e la ragazza ma soprattutto tra l’adulto e il nipote adolescente (Josh Hutcherson, apprezzato in Innamorarsi a Manhattan e Un ponte per Terabithia) che, da sconosciuti si ritroveranno uniti dall’amore per il congiunto scomparso e dalla stessa passione per l’avventura.

Quanto al 3D, come si diceva, è davvero funzionale e spettacolare: alcune sequenze – su tutte una specie di corsa sulle montagne russe su un binario in una profondissima caverna – risultano mozzafiato ed enfatizzate dalla tridimensionalità, che però è utilizzata con sapienza in quasi tutto il film. Nella versione “normale”, ovviamente, la storia regge lo stesso ma non è la stessa cosa. un consiglio: fate in modo di trovare una delle sale in 3D e allacciate le cinture di sicurezza. Soprattutto se insieme a figli o nipoti in età (bambini non troppo piccoli, ragazzi in età da scuola media, adolescenti), è un viaggio dal divertimento assicurato, che fa riscoprire – a guardare con semplicità e privi di snobismi – la magia del cinema di una volta, quello che lasciava a bocca aperta.