Un ragazzo incontra una ragazza: quanti film si possono sintetizzare così, tanto da aver fatto diventare questo concetto il classico soggetto hollywoodiano (boy meets girl). Nel film di Marc Webb, questa classica soluzione cinematografica si complica in forme originali, sia dal punto di vista narrativo che di contenuto.
Dal punto di vista della forma narrativa, 500 giorni insieme – che ha aperto il festival di Locarno 2009 – gioca a spezzare il racconto in continui andirivieni temporali. Cosa non infrequente nel cinema moderno e soprattutto nelle opere di giovani registi emergenti: soluzione a volte stucchevole e fine a se stessa, che invece nel caso del film di Webb assume la forma dei pensieri sconnessi del protagonista, un ragazzo in crisi per l’abbandono da parte della donna amata.
Non fidanzata né “ragazza” perché lei in realtà – e glielo disse subito fin dai primi incontri – non credeva nei legami e nelle formule “convenzionali”. Curiosa la scelta di numerare i capitoli in giorni: anche se non sono 500 quelli che vediamo sullo schermo, passiamo dal giorno dell’abbandono al numero 1 del primo incontro, i successivi momenti felici e poi appunto un continuo avanti e indietro che non stanca ma anzi avviluppa sempre più nella storia.
Che è quella di un ragazzo, Tom, sinceramente innamorato e davvero convinto che quella ragazza splendida di nome Sole – occhioni azzurri, modi di fare diretti e anticonformisti, risata allegra e contagiosa – sia l’unica “che mi può rendere felice”. E nonostante gli amici – un po’ sopra le righe, ma a volte più lucidi di lui – e una sorellina adolescente ma molto saggia (che gli spiega che, nonostante il suo amore, deve rassegnarsi ad ammettere che non è Sole la donna giusta per lui), Tom proprio non sa darsi pace, e ripensa con nostalgia e dolore (interessante quando ribalta le cose che gli piacevano di lei in aspetti che ora detesta) alla sua storia con Sole. Salvo scoprire esterrefatto, alla fine, che lei ha cambiato idea sui legami: ora è lui a ritenere l’amore un grande inganno. Ma dietro l’angolo c’è sempre un nuovo incontro…
Non solo la forma narrativa è brillante e moderna – grazie ai due ottimi protagonisti: l’emergente Joseph Gordon-Lewitt e la splendida Zooey Deschanel, attrice cult molto amata da critica e giovani – ma anche la storia (che sembra più convenzionale di quanto in realtà non sia) rivela parecchie sorprese. Perché Sole sembra davvero condurre il gioco (come si prende il suo cuore in mano e lo tiene in pugno!), anche se con un certo candore.
Lei non crede nei legami e non si fa impietosire dal dolore di Tom che invece è sincero e vero, e non riesce a celare quel che il suo cuore reclama: un rapporto non fine a stesso (“ma a cosa stiamo giocando?”), nonostante all’inizio cercasse di fingere che potesse bastargli quel che Sole era disposta a concedere, cioè un’amicizia con rapporti sessuali inclusi, ma senza impegno, ed esposta agli sbalzi d’umore della fanciulla.
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Verità che lo conduce a esplodere sul luogo di lavoro – scrive testi per biglietti d’auguri – insofferente a una visione sentimentale dell’amore sbagliata e che procura sofferenze a chi ci casca, inculcata da un sistema perverso (e anche fonte di business, in quel caso). Perché è in gioco, in questo piccolo ma validissimo film, proprio il concetto di amore: che significato diamo a questa parola?
Il film è più preciso nel distruggere la falsa immagine di un sentimento codificato dalla società che nel proporre una visione più profonda e vera. Che pure, nel finale, sembra far capolino, almeno come possibilità. Per esempio nel cambiamento di Sole, personaggio interessante, non schematico come in tante commedie hollywoodiane (questo è cinema americano, della major 20th Century Fox, però della sua branca “di ricerca” Fox Searchlight): che non cambia idea superficialmente, ma perché capisce che le sue idee sull’amore e sui legami erano solo teorie, che forse nascondevano paura.
Alla fine, in un bel finale aperto – anche se, ma solo apparentemente, non originalissimo – starà a Tom capire se vuol fare lo stesso errore di Sole, e difendersi dai rapporti, o rischiare ancora. Anche a rischio di una nuova, cocente delusione.
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Trailer fornito da Filmtrailer.com