La recente notizia del Leone d’oro alla carriera a John Lasseter, attribuito dalla Biennale di Venezia che lo consegnerà alla prossima Mostra a settembre, è davvero grandiosa. Con questo premio non solo si celebra il grande regista, produttore e ora anche manager ma tutta la casa di animazione Pixar, che da vent’anni a questa parte e in particolare dalla metà degli anni 90 ha rivoluzionato il cinema.
Non solo quello per bambini, perché da sempre la grande animazione riguarda anche i grandi. E nei film Pixar – anche ora che è passata sotto il controllo della Disney, di cui peraltro Lasseter è diventato capo del settore animazione – ancora di più. È un fatto grandioso e rivoluzionario perché nel tempio del cinema d’Arte qual è Venezia – dove a vote si premiano vecchi tromboni sfiatati fatti passare per “maestri” o che non lo sono più da tempo – si celebrerà qualcosa di insolito.
Non solo perché l’animazione è ancora considerata un genere minore (nonostante omaggi, in passato, a Walt Disney o in questi ultimi anni al maestro giapponese Hayao Miyazaki), ma perché John Lasseter e la sua Pixar nei tanti corti e lungometraggi hanno gettato un originalissimo sguardo sulla vita positivo e realista, appassionato all’umano, in particolare ai bambini e – cosa rarissima nel cinema odierno, almeno in questo modo profondo e non stucchevole – alla famiglia.
Se in Toy Story (1995), Bug’s Life (1998) e Toy Story 2 (1999) si celebrava soprattutto l’amicizia, in Monsters & Co. (2001) faceva già capolino anche il tema della paternità (anche se “schermato” dal rapporto tra un mostro buono e una bambina) poi sviluppato in maniera commovente in Alla ricerca di Nemo (2003). Con Gli incredibili (2004) è tutta la famiglia ad essere raccontata (e, con simpatia, anche nelle tensioni e nelle magagne) insieme al tema della crisi di mezza età; con Cars (2006) è ancora l’amicizia ma anche l’importanza di avere maestri al centro della storia, mentre Ratatouille (2007) racconta il misterioso dono del talento (e il ruolo di chi fa il critico di professione, spesso senza curiosità, rispetto ad esso).
E infine Wall-E (2008), capolavoro assoluto uscito nei cinema pochi mesi fa, parla di amore, vita, compito, riscatto dell’uomo contro le sue stesse debolezze. Il tutto sempre con una fantasia inesauribile, in una festa per gli occhi e per il cervello, con gag divertentissime e piani di lettura che rispettano le varie età (che imbarazzo i film per bambini che occhieggiano agli adulti con allusioni gratuite).
Grazie a questo Leone alla carriera la Mostra di Venezia 2009 non perderà, per un momento di importanza storica che nel tempo diverrà indimenticabile.
Lunga vita alla Pixar.