E chiudiamo questa carrellata in sei puntate con le ultime sorprese della stagione. Piccoli film che in qualche caso si sono fatti notare, per un premio o per il passaparola del pubblico che lo hanno reso un piccolo caso. O che invece sono spariti nell’anonimato dopo una fugace uscita al cinema e aspettano qualcuno che li riscopra.

I fratelli Dardenne, Luc e Jean-Pierre, non sono affatto sconosciuti ai cinefili: vincitori di premi a Cannes, autori di bei film come La promessa, Rosetta, Il figlio, L’enfant, con Il matrimonio di Lorna hanno ribadito il loro profilo. Film disadorni fino a una povertà quasi “ascetica”, rigore morale e visivo, quasi assenza di musica. Ma l’ultimo loro film (pur premiato ancora una volta a Cannes 2008, per la sceneggiatura) è stato visto anche meno di altri, anche per una parziale della freddezza della critica che li ha sempre esaltati. Eppure la vicenda di Lorna, albanese che deve sposare un drogato per avere la cittadinanza e intanto collabora alla sua morte, è scioccante e significativa, anche per l’intensità dell’attrice protagonista. I Dardenne sono gli ultimi eredi di un cinema europeo davvero d’autore (debitori soprattutto del grande Robert Bresson) e ogni loro opera merita la visione.

Altrettanto austero è un film americano indipendente, Frozen RiverFiume di Ghiaccio, che ha avuto anche due nomination all’Oscar: la storia di due donne che per sbarcare il lunario trattano nel commercio di clandestini è dolorosa, ma nel finale si apre una crepa nella disperazione; un fatto giudica le loro azioni e porta una speranza. Speranza assente nel film d’animazione israeliano Valzer con Bashir, che rievoca il massacro dei palestinesi a Sabra e Chatila nel 1982: qualche eccesso ideologico filo palestinese (nonostante il regista sia israeliano) non tolgono valore a un film potente che usa l’animazione per manifestare l’orrore della violenza; e paradossalmente lo stile e il genere usati sono l’unica forma possibile per manifestare quel massacro; un vero incubo animato, ma anche un’esperienza cinematografica rara. Da Israele quest’anno sono arrivati anche altri due film interessanti: Qualcuno con cui correre è tratto dall’omonimo romanzo di David Grossmann e racconta di un ragazzino alla ricerca di una ragazza che non conosce e di cui è affascinato per quel che sente dire di lei; ma lei è a sua volta alla ricerca del fratello, finito in mezzo alla droga e a traffici gestiti da un losco figuro. Uno spaccato drammatico dell’adolescenza in un contesto dolente e “marcio”, la rappresentazione di un’ostinata ricerca della verità ma anche delle contraddizioni e dell’anima del popolo d’Israele, che si manifestano soprattutto nell’attaccamento alle proprie radici e nelle canzoni bellissime e struggenti. Dell’altro film israeliano parleremo alla prossima puntata.

5 – continua