C’è una nazione europea che ha «segretamente salvato» l’Ucraina. Si tratta della Bulgaria, la cui posizione dopo l’invasione della Russia era di non fornire armi a Kiev. Un’inchiesta del quotidiano tedesco WELT rivela invece che Sofia non solo abbia sostenuto massicciamente l’Ucraina con munizioni e gasolio, ma lo abbia fatto nei mesi cruciali della guerra. Era il 28 aprile quando il primo ministro bulgaro Kiril Petkov si recò a Kiev per assicurare il suo sostegno a Volodymyr Zelensky, ma ufficialmente disse che non aveva molto da offrire. Infatti, davanti alle telecamere dissero che la Bulgaria avrebbe riparato le attrezzature militari ucraine. Quindi, è passata alla storia per la sua posizione di essere l’unico Paese della Nato, oltre all’Ungheria, a non fornire armi. Invece in occasione di quella visita il governo bulgaro aveva già avviato una procedura per un aiuto militare completo all’Ucraina.



Per evitare che si scoprissero le consegne ufficiali di armi, munizioni e armamenti, sono stati usati canali indiretti. Eppure, così la Bulgaria ha soddisfatto un terzo del fabbisogno dell’esercito ucraino. Inoltre, in maniera inosservata la Bulgaria ha fornito anche gasolio all’Ucraina. Un fatto di non poco conto, visto che all’epoca la Bulgaria lavorava nelle sue raffinerie solo il greggio proveniente dalla Russia. Uno dei Paesi più poveri dell’Ue, a lungo considerato un’appendice della Russia, dà una lezione agli altri Paesi: nonostante la sua dipendenza da Mosca e le preoccupazioni, ha usato un modo creativo per sostenere l’Ucraina.



“ALL’INIZIO UN TERZO DELLE MUNIZIONI DALLA BULGARIA…”

Decisivi il primo ministro Kiril Petkov allora in carica e il ministro delle Finanze Assen Vasilev del partito riformista “Noi continuiamo il cambiamento“. L’Ucraina ha confermato questo aiuto militare segreto. «Petkov ha dimostrato integrità e gli sarò sempre grato per aver usato tutte le sue capacità politiche per trovare una soluzione», ha dichiarato a WELT il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Mentre alcuni membri della coalizione bulgara si sono schierati con la Russia, Petkov ha deciso di «essere dalla parte giusta della storia e di aiutarci a difenderci da un nemico molto più forte». Un aiuto probabilmente legato anche al fatto che la Bulgaria aveva subìto lo stesso dalla Russia dopo la Seconda guerra mondiale. Così ad aprile, quando le armi occidentali latitavano, l’Ucraina ha allacciato contatti con la Bulgaria. Per evitare una reazione della Russia, Petkov si è servito di intermediari all’estero. L’industria militare produceva a pieno ritmo, hanno riempito aerei cargo fino all’inverosimile di munizioni che hanno fatto la spola con la Polonia. «Stimiamo che circa un terzo delle munizioni necessarie all’esercito ucraino nelle prime fasi della guerra provenisse dalla Bulgaria», fa sapere Petkov. Kuleba ha confermato, mentre WELT ha appreso che le armi sono state pagate da Stati Uniti e Gran Bretagna. A giugno la situazione si è complicata dopo le dimissioni di Alexander Mihailov, capo dell’azienda di esportazione statale Kintex, che ha reso pubbliche le cifre, forse per rovesciare il governo. Quindi, ha parlato di esportazioni per 2 miliardi di euro. Ma all’estero nessuno ne parlava.



COME BULGARIA HA DATO GASOLIO RUSSO ALL’UCRAINA

Altrettanto interessante è la fornitura di gasolio all’Ucraina. La Bulgaria ha una raffineria vicino a Burgas, sul Mar Nero, gestita da una filiale del gruppo russo Lukoil e rifornita da petroliere provenienti dalla Russia. Ebbene, l’azienda esportò il petrolio in eccesso in Ucraina, perché i lavoratori condannano la guerra scatenata da Vladimir Putin. Anche in questo caso sono state usate società di intermediazione straniere. Kiev ha confermato che quella era una fase critica. «Camion e autocisterne si recavano regolarmente in Ucraina attraverso la Romania, e in alcuni casi il carburante veniva anche caricato su treni merci. La Bulgaria è diventata uno dei maggiori esportatori di gasolio verso l’Ucraina, coprendo a volte il 40% del fabbisogno ucraino», ha spiegato il ministro delle Finanze Assen Vasilev. Secondo il quotidiano tedesco, è improbabile che Mosca fosse a conoscenza delle forniture di gasolio all’esercito ucraino. Ma la Russia non è sfuggito l’aiuto massiccio della Bulgaria a Kiev, infatti secondo Petkov da maggio sono arrivati attacchi informatici tali che in alcuni casi non è stato possibile pagare le pensioni dei dipendenti pubblici. Inoltre, Mosca avrebbe anche provato di corrompere i parlamentari e di infiltrarsi nelle autorità. A dicembre il Parlamento bulgaro ha autorizzato ufficialmente la fornitura di armi all’Ucraina, che sarà sempre riconoscente alla Bulgaria per quello che ha fatto.