L’Europa, con le sanzioni e con accordi alternativi, cerca di ridurre il peso della Russia nell’approvvigionamento energetico. Nel frattempo, la Bulgaria sta per concludere un accordo per la vendita di due reattori nucleari di fabbricazione russa alla società National Electricity Company of Ukraine. La compagnia elettrica nazionale bulgara NEK, come riporta L’opinion, venderà apparecchiature della centrale nucleare di Belene a Energoatom per almeno 600 milioni di euro, come hanno rivelato funzionari e fonti a conoscenza delle trattative, che non sono ancora terminate.
Se le parti troveranno un’intesa, per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina le apparecchiature russe aiuteranno Kiev a generare elettricità. L’accordo, sul quale si lavora da diverse settimane, sarebbe stato tenuto segreto per impedire ai politici bulgari filo-russi di tentare di affossarlo. E ancora, secondo fonti a conoscenza gli Stati Uniti potrebbero anche aiutare l’Ucraina a pagare il conto, che il Paese fa fatica a pagare da solo. Inoltre, la Bulgaria potrebbe prendere una quota di minoranza nella centrale nucleare ucraina di Khmelnytskyi, dove sarà installata l’attrezzatura.
Zelensky, discussioni con Sofia?
Il portavoce del Dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti sostengono l’indipendenza energetica e la sicurezza dell’Ucraina ma ha spiegato che le domande sui possibili finanziamenti statunitensi dovrebbero essere rivolte alla Bulgaria e all’Ucraina. Inoltre l’ambasciata ucraina in Bulgaria non ha risposto alle richieste di commento. Volodymyr Zelensky, arrivato a Sofia giovedì, dovrebbe discutere il potenziale accordo, dicono i funzionari.
Giovedì il parlamento bulgaro ha adottato un testo che obbliga il governo a negoziare la vendita con Kiev. “L’accordo dimostra che l’influenza energetica della Russia in Europa si sta sciogliendo come neve al sole”, ha riassunto Martin Vladimirov, capo del programma per l’energia e il clima presso il Center for the Study of Democracy, think tank con sede a Sofia. L’accordo fa anche parte di “una più ampia strategia occidentale per portare il mercato energetico ucraino nell’orbita europea”, ha spiegato ancora.
L’Ucraina, invece, vuole completare l’installazione di due unità di produzione di energia elettrica nella centrale di Khmelnytskyi. Queste apparecchiature, vendute dalla Bulgaria, sono di produzione russa.