Ricordate il film catastrofico 2012, in cui si raccontava di un mondo sull’orlo della distruzione totale? Nel film i leader delle nazioni più potenti del mondo avevano fatto costruire un enorme rifugio sotterraneo destinato a solo 3 milioni di persone, politici, scienziati, capi degli eserciti, miliardari, medici. Insomma tutti coloro che avevano un valore economico e scientifico, lasciando il resto della popolazione vittima di terremoti, eruzioni e tsunami. Be’, una cosa del genere esiste davvero, in previsione di una catastrofe naturale o atomica, ma fortunatamente non è destinata a pochi selezionati, ma a tutti i semi di piante disponibili, un duplicato di semi tenuti nelle banche genetiche di tutto il mondo. Tenuta nascosta fino a oggi, questa sorta di Arca di Noè della natura denominata “il bunker del Giorno del Giudizio” si trova non lontano dal Polo Nord, nell’isola norvegese di Spitsbergen, ideata originariamente da uno scienziato americano come rifugio in caso di catastrofe globale.
IL BUNKER AL POLO NORD
Un reporter australiano, Charles Wooley, ne è venuto a conoscenza e ha avuto la possibilità di filmare un reportage al suo interno. “Si erge a 10 metri da terra e si inclina all’indietro come un obelisco caduto”, ha detto. “Contiene i semi congelati del “90% delle colture del mondo” accuratamente conservati nel bunker, per fungere da “potenziale polizza assicurativa contro eventuali calamità come guerra, terrorismo, incendio o alluvione”. Ha spiegato invece lo scienziato che ha curato il progetto, Fowler: “Contiene molta storia, storia biologica, a circa 130 metri sotto la superficie, ma non era una voce dei cieli che mi ha influenzato, solo una frustrazione di lungo periodo, che ho accumulato dopo aver visto estinguere innumerevoli biodiversità”, ha proseguito Fowler. Un back up genetico, insomma, per salvare il nostro ambiente in caso che la luce del Sole venga bloccata da una massiccia eruzione vulcanica o una tempesta di asteroidi, che potrebbe avvenire già nel 2020. Costantemente sorvegliata, la struttura è gestita dal Centro di ricerca genetica nordica.