Il mondo della musica piange la morte di Bunny Wailer. Come riportato e confermato da numerose testate statunitense, il re del reggae e sodale di Bob Marley è scomparso all’età di 73 anni. Il manager Maxine Stowe ha spiegato che l’artista è deceduto al Medical Associates Hospital di Kingston. Non è stata resa nota la causa della morte, ma Wailer – colpito da un ictus nel 2020 – era in ospedale da molti mesi a causa della malattia.
Nato Neville Livingstone, Bunny Wailer era un membro del trio dei Wailers al fianco di Bob Marley e Peter Tosh ed ha scritto la storia della musica reggae. Il rapporto con Bob Marley è nato in tenera età e, grazie al “mentore” Joe Higgs, incontrarono Peter Tosh negli anni degli studi. Successivamente ai tre si unirono il cantante Junior Braithwaite ed i coristi Beverley Kelso e Cherry Smith.
BUNNY WAILER É MORTO, ADDIO AL RE DEL REGGAE
Braithwaite, Kelso e Smith lasciarono presto i Wailers, lasciando intatto il nucleo di Marley, Wailer e Tosh, trio che registrò l’LP di debutto della band, The Wailing Wailers del 1965, una raccolta di brani che la band ha registrato durante la metà degli anni Sessanta. Quando il gruppo si fermò per una pausa, Marley sposò la moglie Rita, mentre Bunny Wailer scontò una condanna di un anno di reclusione per possesso di marijuana. I Wailers hanno poi collaborato con Perry e i suoi Upsetters per Soul Rebels degli anni ’70 e Soul Revolution del 1971. In quel periodo, Wailer scrisse e registrò una delle sue canzoni più famose, “Dreamland”, una traccia che rivisitò quando pubblicò il suo LP solista Blackheart Man nel 1976. Bunny Wailer lasciò il gruppo alla metà degli anni Settanta e iniziò la carriera da solista, che lo portò a vincere il Grammy per il miglior album di reggae tre volte negli anni Novanta.